The very inspiring blog award (vale anche come compila)

Non ho capito se si vince qualcosa, abbiate pazienza, solitamente nemmeno vengo nominata quindi tutto questo per me è nuovo e sono molto emozionata. Quindi. Vediamo. Dall’inizio. Le istruzioni.

 

Le regole del premio sono:
1. Ringraziare il/la blogger che vi ha nominato.
Mi sento molto fortunata perché sono stata nominata ben DUE volte e da due donne che stimo e a cui mi sento legata da un’affinità elettiva. Quindi grazie Lara e grazie Denai, per avermi pensato ma soprattutto per continuare a sparpagliare le vostre parole e i vostri pensieri. Siete preziose.

2. Elencare le regole e visualizzare il logo del premio.
Occhei, questa è facile. Fatta.

3. Condividere 7 fatti su di voi.
Ecco, questa è già più difficile. Spero che nessuno si aspetti fatti inediti e sconosciuti visto che ormai ho spiattellato qualunque cosa su questo blog. Però in effetti potrebbe essere una buona occasione per chiarire alcune cose. Vediamo.

1. Quando mi sono trasferita in Cornovaglia credevo veramente che ci sarei rimasta per il resto della mia vita. O almeno, ne ero convinta tanto quanto si può essere convinti quando ci si licenzia da un posto a tempo indeterminato, si disdicono affitti e utenze, si vaccinano e quarantenano due gatti per poi traslocare con un furgone attraversando mezzo continente prima e la Manica in traghetto da Calais a Dover poi. Anche se in effetti qualcosa di storto c’era già, nelle bianche scogliere, quando le ho viste, arrivando. O forse era solo il loro modo di guardarmi. In ogni caso, sono tornata presto. Ma è stata una sorpresa più per me che per voi.

2. Scrivere di amori disperati è un vizio. Come accendere una sigaretta quando si ha fame: un sostitutivo che incasina i bisogni e le percezioni. Però non è un esercizio vuoto, e soprattutto non è vero che per scrivere di amori disperati si debba soffrire. A parte il fatto che non conosco un altro modo di amare che non sia disperatamente, io con tutti gli amori che mi hanno ispirato i post più drammaticamente strappalacrime prima di tutto ho passato dei momenti incredibilmente belli, pieni di risate, di follia e di storie divertenti e assurde. Ecco, sì: io mi diverto un sacco. Amo disperatamente ridere.

3. Fino ai 26 anni ho ascoltato esclusivamente musica sinfonica, da camera e opera tranne rarissime eccezioni. Dopo i 26 anni ho scoperto tutto il resto della musica del mondo. E sono impazzita. Sto ancora esplorando avidamente ma ad oggi posso affermare in tutta consapevolezza che tra le mie cose preferite al mondo ci sono gli arpeggiatori.

4. Ho studiato pianoforte in conservatorio, mi sono diplomata, ho fatto concerti, ho fatto concorsi, ho insegnato. Per due terzi della mia vita suonare il pianoforte è stata la mia attività principale, la cosa a cui ho dedicato quotidianamente la maggior parte delle ore a disposizione (più del dormire, più del leggere, più dello stare in classe a scuola, più del preparare gli esami dell’università) e per alcuni anni è stata la mia professione, nel senso che sì, lo facevo di mestiere, mi ci pagavo proprio bollette e tutto. Adesso che non suono più non mi va di parlare di questa cosa, mai. Con nessuno. Nemmeno scriverne, quindi grazie per quando vorreste ma non chiedete. Preferisco parlare degli arpeggiatori.

5. Ho due gatti, però quando ero piccola mio papà ha portato a casa un cane trovato nei campi, abbandonato e massacrato di botte. È con lui che sono cresciuta e che ho imparato l’adorazione incondizionata e reciproca che solo con gli animali si può. In realtà poi i miei animali preferiti sono i cavalli. Da quando ho imparato a parlare ogni Natale e ogni compleanno ho sempre chiesto lo stesso regalo: un cavallo.

6. Mangio tutto tranne:
a) la carne di cavallo, per una questione ideologico-affettiva (vedi punto 5)
b) pomodori e melanzane. Sono allergica. No, grazie, non ne mangio “solo un pochino”, nemmeno per assaggiare, nemmeno per vedere se “sono guarita”. Sì, potrei morire. Sì, sono allergica/intollerante a mille altre cose. No, non mi interessa sapere dell’amico di un cugino di un compagno di scuola che poverino anche lui era intollerante al latte soprattutto se non sapete la differenza tra intolleranza e allergia. No, non vi racconto cosa succede se mangio del pomodoro, siamo pur sempre a tavola e per favore possiamo cambiare argomento? Grazie. È già abbastanza sgradevole così, senza bisogno di metterci il carico.
c) il fegato. Racconti epici dell’epoca del mio svezzamento narrano di copiose vomitate e pianti sconsolati. Non ne tollero nemmeno l’odore, né crudo né tanto meno quando si sta cuocendo. Posso sentire che in una cucina è stato preparato del fegato anche dodici ore e mille arieggiamenti dopo. È l’unico sapore che davvero mi disgusta al punto di rivoltarmi le budella.
d) basta, per il resto mangio tutto. DAVVERO, provate a invitarmi a cena!

7. Non riesco quasi mai a compilare l’ultimo punto degli elenchi.

 

4. Nominare 15 blogger e notificargli la nomination.
In ordine quasi sparso e casuale, così come mi vengono in mente, ecco i miei magnifici 15.

1. Denai, meglio nota come Dueditanelcuore. Perché usa le parole come fossero un coltello, a volte per tagliare a piccoli pezzi di realtà e imboccarti, a volte solo per farti sanguinare.

2. Lara, meglio nota come Laradiceno. Perché è una intelligentissima sfumatura di blu e capisce tutto, nonostante tutto.

3. Camilla, meglio nota come Zeldawasawriter. Perché voglio andare in vacanza nel suo mondo fatto di immagini, libri e ritagli di carta.

4. Roberta, meglio nota come Tostoini. Perché la sua fantasia è un rimedio a tutte le cose fastidiose piccole e grandi.

5. Giulia, meglio nota come LaVyrtuosa. Perché il suo blog ha lo stesso template che ha avuto il mio per anni. E quando la vado a leggere mi sembra di essere a casa. Perché parla di libri e di corsa, è sempre in giro, e le piace mangiare. E come me è allergica ai pomodori.

6. Astutillo Smeriglia, meglio noto come Astutillo Smeriglia. Il blog si chiama In coma è meglio e se non lo si legge allora è inutile pagare una connessione adsl e tantovale ritirarsi in una grotta.

7. Simone, meglio noto come Livefast. Perché Cloridrato di sviluppina è uno dei miei punti di riferimento costante negli anni. C’è sempre stato e sempre ci sarà.

8. Claudia, meglio nota come Claudia Van Pelt. Perché il suo Wonderlandadventures è una raccolta di magie fatte con la pellicola.

9. Letizia, meglio nota come Imbecilla. Innanzitutto perché è un genio. Poi perché Ad malora semper è una delle cose più assurdamente divertenti comparse sull’interness negli ultimi anni.

10. Vincenzo, meglio noto come Khenzo. Perché vorrei che scrivesse di più.

11. Arianna, meglio nota come Sybelle. Perché The royal taster mi fa sempre venire una fame regale, anzi: imperiale. E in mezzo all’esplosione di food blogger non ho ancora mai visto nessuno scrivere di cibo con la sua stessa genuina passione.

12. Francesca, meglio nota come Tegamini. Perché è spiritosa, alta, bionda senza essere sciapa, ha un gatto meraviglioso, una collezione di alpaca, a giorni si sposa con Amore del Cuore, ha un pigiama a forma di unicorno e dei piccoli dinosauri. Fondamentalmente la invidio e vorrei essere lei.

13. Veronica, meglio nota come Spora. Perché è polemica e fumina, ma ha una gran bella testa e un cuore enorme. E ha una storia incredibile che non vedo l’ora di leggere nel suo prossimo libro.

14. Stefano, meglio noto come Barto. Lo conoscete tutti, quindi sapete perché. E poi è una delle mie persone preferite della vita. Leggetelo.

15. Fabrizio, meglio noto come Casu. Perché è una bruttissima persona adorabile. E lo lascio per ultimo per essere sicura che lo andiate a leggere su Afterzen.

 

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