Se mi abbracci
Se poi mi abbracci senti che non sono morbida e cedevole come pensavi. Se mi abbracci poi senti uno spigolo di anca, un angolo di costola (ti ho detto che ho due costole nuove, spuntate pochi mesi fa? sentivo un dolore lì in basso, più sotto, e poi sono spuntate due costole corte che prima non avevo, saranno le costole del giudizio, quelle due costole in più che chiudono la gabbia toracica a doppia mandata). Se poi mi stringi senti i noccioli che ho davanti sul petto pungere e lottare contro il tuo, di petto, come se fossero speroni per pungolare il tuo cuore, “batti più in fretta, hop, hop, trotta e galoppa, hop hop”. Poi se mi abbracci ti accorgi che non prendo la forma che mi volevi dare, che il mio corpo è tutto fatto a guardia di finanza per difendere i suoi confini, che se mi tieni il polso per sentire se ci scorre il sangue o del succo di mela poi mi restano dei lividi tondi sui polsi, neri e tondi come more e meno dolci, e tutto intorno una linea tratteggiata con una scritta in corsivo “tagliare qui”. E quando ti chini e mi baci sul collo, quando non ho le scarpe e improvvisamente ti accorgi che sono molto più bassa e molto più alta di come mi facevi, e mi sporge la clavicola, si segna di rosso contro la tua barba e poi sembra la sottolineatura di un errore sul quaderno.
ti amo.
Ecco che ti volevo scrivere qualcosa, e invece non mi viene fuori niente, se non una lacrima per tutto quello che vorrei dire a qualcuno e che non posso dire né scrivere da alcuna parte, solo urlare dentro fino a sentire una tale baccano che mi perdo pure io, io mi perdo dentro me, e cado tramortita come certi portieri del football.
Leggerti è bello.