Riviera del Conero con un bebè

Andare in vacanza non dovrebbe essere una fonte di stress. Voglio dire: se organizzazione e attività risultano più stressanti della normale routine allora tanto vale stare a casa, giusto? Peccato che dal momento in cui resti incinta tutto l’universo cospira per caricarti di ansie inutili su qualsiasi argomento, e ovviamente nemmeno le vacanze sono esenti dalla loro buona dose di consigli non richiesti e racconti dell’orrore.

Sono simpatica, vero? E con simpatia sono qui per disintegrare i vostri sogni di relax e riposo.
“Andate al mare? Uh, tornerete più stanchi di prima! E poi mica puoi stare in spiaggia con la bambina tutto il giorno, perché non andate in montagna invece?”
“Andate in montagna con la bambina? Ma il mare è meglio, così si stanca con il sole e il vento e poi vedi come dorme bene, vi riposate anche voi.”
“Mica vorrete andare in albergo, vero? Affittate un appartamento se no vi si scombussolano tutti i ritmi.”
“Mica vorrete affittare un appartamento, vero? Poi vi tocca stare dietro a casa, spesa, pulizie, cucina e la spiaggia non la vedete nemmeno col binocolo.”
Non se ne esce. Stavamo quasi per cedere alla profezia-asso-piglia-tutto “tanto con la bambina piccola dove volete andare, le vostre vacanze per i prossimi 15 anni non esistono più, annullate, abolite, kaputt”.
E invece con un buon miscuglio di lungimiranza e fortuna sembra che ce la siamo cavata egregiamente. Ai posteri e ai poveri neogenitori in cerca disperatamente di un esempio di ce-la-si-può-fare ecco la nostra esperienza.

Non potendo inghiottire i sassi mi sono dedicata la mio secondo passatempo preferito: la lettura. Ovviamente a tema ittico/marino.
La meta
Ovviamente si parte dalle basi: un posto raggiungibile in auto con poche ore di viaggio da Milano, con un bel mare, fresco, in cui mangiare bene e con la possibilità di fare qualche gita culturale nel caso la vita da spiaggia si fosse rivelata più ingestibile del previsto.
“Ma la spiaggia è di sabbia, vero?”
“No, è di sassolini”
“Ma i sassolini non vanno bene, la bimba si mette in bocca tutto e mangia qualunque cosa trovi! Sono sassolini piccoli tipo granellini o ciottoli con cui rischia di strozzarsi?” “Non mi ricordo, ma no, sono sassolini piccolissimi, non ti preoccupare”
Ovviamente non fidatevi mai di quello che a uno sembra di ricordare vagamente dai suoi viaggi, soprattutto se sono passati più di 25 anni. La spiaggia è di ciottoli piccoli, e per questo ancora più insidiosi: sicuramente non ideale per piccoli esploratori gattonanti con la passione per inghiottire la qualunque.
Pro: il mare è pulitissimo, acqua cristallina, meraviglioso.
Contro: sarà un eccesso mio di paranoia ma non mi sono fidata a lasciar scorazzare l’infante autonomamente e non le ho staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, il che ha reso l’esperienza spiaggia abbastanza faticosa. Per quei 7 minuti in cui resisteva sveglia, perché per il resto benedetta-aria-di-mare-che-stanca se la dormiva della grossa.
La struttura
Qui la fortuna ci ha veramente assistito: siamo capitati in un piccolo paradiso. L’Hotel Giardino a Numana è in una posizione perfetta: in mezzo al verde, in alto, accarezzato da dolci brezze che nonostante l’estate più calda degli ultimi anni ci hanno regalato qualche brividino e pelle d’oca durante le serate in terrazza, con il centro di Numana raggiungibile con una breve passeggiata o a tre minuti di orologio dal posteggio per il centro se si vuole andare in auto. Il servizio spiaggia è incluso (ombrellone e due lettini) e la spiaggia si raggiunge grazie alla navetta sempre a disposizione degli ospiti, evitandosi scarpinate e/o ansie da parcheggio. Le camere sono nuovissime e molto luminose, gli spazi comuni curatissimi e molto instagrammabili. Il pezzo forte però sono la piscina (dotata anche di vasca baby separata) e la meravigliosa spa con piscina coperta riscaldata, zona umida e possibilità di fare massaggi e trattamenti. Io mi sono goduta un ottimo massaggio ai piedi di 50 minuti con Claudia che mi ha rimessa al mondo. La Tilda invece si è appassionata alle grandi sguazzate di metà mattina, nella piscina riscaldata, quando il sole fuori diventava troppo forte.

La piscina

La spiaggia

La spa
Altra potenziale fonte di stress: come faremo con il cibo? Io con le mie mille intolleranze e la Tilda nel pieno dello svezzamento, decido di giocare la carta “telefonata preventiva” per sondare il terreno e ci confermano che non hanno problemi a preparare i pasti separati per la bimba, dando direttamente ogni mattina indicazioni sul menu richiesto, mentre per gli adulti a ogni pasto vengono proposte due scelte di primo e due di secondo (di cui una di pesce) e sempre la possibilità si apportare modifiche, oltre ad avere a disposizione un buffet di contorni e verdure che CIAO. Per fortuna questa estate mi sono concessa l’attenuante della neomammitudine alla prova costume e ho approfittato senza ritegno dell’ottima cucina.

La piscina

Spazi comuni
Quella volta che non ce l’abbiamo fatta
E quindi la mattina ci dividevamo tra spiaggia e spa, il pomeriggio tra lunghi pisolini, letture e bagni in piscina, la sera esplorazioni dei borghi circostanti e grandi mangiate di pesciolini (scusa Pepè). Tutto perfetto fino a quando non abbiamo deciso di andare a Recanati perché insomma, la cultura è importante. È importante però anche il navigatore, e ce ne siamo accorti quando ha smesso di prendere il segnale: eravamo in cerca di parcheggio, sembrava un’impresa impossibile quando abbiamo avvistato un posto libero. Troppo tardi per fermarci, impossibile fare inversione, ingenui esseri di pianura abbiamo pensato “ma sì, facciamo il giro dell’isolato, lo ritroviamo e lasciamo l’auto”. Ci siamo infilati in un labirinto di sensi unici, tornanti e passaggi obbligati finché Recanati, dove averci attratto nelle sue fauci e inglobati nella sua viabilità incomprensibile, ci ha elegantemente espulso dal lato opposto della collina. Plof. Perché non è che le sappiamo proprio tutte noi, eh. Oh.

La pappa, la nanna
Quindi abbiamo ripiegato su Castelfidardo, incappando oltretutto in una manifestazione gastronomica di tutto rispetto. Come testimoniato dal mio instagram non è stato difficile consolarci con posti altrettanto suggestivi, ma un pochino questo fail mi è rimasto sul gozzo. Vorrà dire che ci sacrificheremo, tornando il prossimo anno. La Tilda dice che già pregusta le dormite e il passato di verdure che io ovviamente non so fare così appetitoso.
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