Player One

playeroneÈ il momento migliore per tornare su questo libro, uscito ormai cinque anni fa e che ha scatenato un piccolo culto cavalcando, o precorrendo, in modo magistrale l’ondata di nostalgia che ormai ci ha completamente travolto.
Nell’avvicendarsi delle stagioni prima o poi tutto torna di moda e grazie al cielo il ritorno degli anni ’80 non ha riportato in auge le temutissime spalline imbottite e frangette cotonate ma un’idealizzazione della “preistoria nerd”, ovvero di quegli anni formativi essenziali di cui gli attuali over 35 si sono imbottiti di elementi pop nella loro infanzia e che oggi vengono rivendicati con orgoglio. Quando eravamo degli sfigati in realtà ci preparavamo a essere i nuovi fighi: sta tutta in questa illusione di riscatto a posteriori la potenza dell’effetto nostalgia che sembra abbia inghiottito in modo ormai irrimediabile la mia generazione (e cosa ci resterà per quando saremo veramente vecchi se già ora mitizziamo una presunta età dell’oro che è passata da quattro giorni?).

In ogni caso, Player One è un manifesto per chiunque si sia chiuso in cameretta da bambino a giocare con i viedogiochi o con le carte di magic (“invece di uscire un po’ all’aria aperta che ti farebbe tanto bene!”) e che poi nell’adolescenza ha sfruttato le prime connessioni casalinghe per passare ore su mondi fantascientifici muovendo il proprio avatar nei più disparati MMORPG. In un futuro non troppo lontano la Terra è sovrappopolata, in piena emergenza energetica e immersa nel più totale sbando dei valori. L’unico svago per l’umanità è rifugiarsi in OASIS, un mondo virtuale a cui si può accedere gratuitamente tramite un visore e altri strumenti opzionali per rendere l’esperienza più immersiva. Nel momento in cui però il programmatore e inventore di OASIS muore, lasciando la propria creazione in eredità a chi riuscirà a risolvere gli enigmi sparsi nel mondo vituale, si scatena una vera e propria guerra senza limiti e senza esclusione di colpi in cui il protagonista affronta tutte le tappe iniziatiche obbligate di qualunque romanzo di formazione che si rispetti, più la lotta contro la crudele multinazionale senza scrupoli. Il libro in sé è uno scrigno ricolmo di easter egg e citazioni che faranno la gioia di tutti noi che ci siamo appena presi una sbandata epocale per Stranger Things e sembra che non riusciamo più a fare a meno di cullarci in questa dolce malinconia di qualcosa di vicino ma perduto.

In attesa che esca il film, per la regia di Spielberg, atteso nel 2017 il consiglio è ovviamente di rispolverare questa lettura. Intanto, nella mia capsula del tempo (ditemi che ne avete fatte anche voi, non è una meravigliosa fissa anni ’80/’90 anche questa?) per tramandare ai posteri il senso di questa ubriacatura nostalgica, ci metto:

Player One, instagram, le lomo, Stranger Things, la follia di Pokémon Go, il keyway, Space Invaders, Life is Strange (il videogioco che a breve diventerà, pare, una serie digital, qualunque cosa questo significhi), Mr Robot, il cornetto algida, i maglioni di Natale con le renne.

Rispondi

UA-83207466-1