Per il LOL e per il FAP

Quindi ieri notte sono uscite le foto zozze di Jennifer Lawrence (+100 altre persone dell’hollywood) e oggi, finita la fap-a-thon sul web sono iniziate le riflessioni e relativi scannaggi.

Allora. Intanto quelle foto zozze ce le siamo fatte/ce le facciamo tutti. Penso che su questo non ci siano dubbi. Quindi a me personalmente fa tenerezza e simpatia sapere che anche quella gnocca imperiale di JLaw si faccia le foto alle tette. La fa sentire molto vicina a me, me la umanizza. Mi consolo insomma: almeno per questo aspetto siamo simili, considerato che per tutto il resto a quel che si può vedere approfonditamente dalle foto in oggetto non sembriamo nemmeno appartenere alla stessa specie animale.
Ma dicevo: le foto zozze ce le facciamo tutti e tutti quanti ce le facciamo per mandarle a qualcuno. A questo punto le nostre tette (o i nostri ciànciari, ché pure i maschi ne mandano, eh) oltre che sul nostro telefono finiscono IN GIRO. Per mandare in giro queste foto normalmente dobbiamo avere molta fiducia 1) in chi le riceve e 2) nella sicurezza del mezzo con cui le mandiamo.

Oggi ho sentito un’infinità di “oh, ma se sei scema e metti la password del cloud troppo facile” oppure di “oh, ma se sei scema e non sai usare le cose” oppure di “oh, ma se sei scema e non ti hanno detto di non farlo” oppure di “oh, ma se sei scema punto”.

Adesso non è che JLaw sia molto più scema di me e di te. Voglio dire, il fatto che sia un premio Oscar non la rende automaticamente un’esperta di sicurezza informatica ma nemmeno l’ultima delle imbecilli. Il fatto che un hacker vada a sfruculiare le sue foto e non le mie o le tue credo sia dovuto semplicemente al fatto che (come le foto dimostrano in modo lampante) lei è di una bellezza devastante e io e te invece facciamo abbastanza pena.

Questo ovviamente non vuol dire che quello che le è successo sia giusto o buono, o che lei in qualche modo se lo meriti o che noi non possiamo avere il diritto di continuare a fotografarci biotti per la gioia dei nostri amori lontani. Però ecco, sulla sprovvedutezza altrui fate anche meno perché ribadisco: non siete più bravi, siete solo più cessi. Non avete un’intelligenza superiore a prova di hacker, semplicemente a nessuno frega niente di venire a hackare le vostre riserve di foto.

Questo per quanto riguarda la fiducia nel mezzo di trasporto delle nostre preziose oscenità. Poi c’è la fiducia nelle persone. E qui il discorso diventa abbastanza complesso MA MI PIACE BANALIZZARE, OK? Quindi.

  1. Mandi una foto a una persona, poi vi lasciate, questa persona pubblica la foto in ogni dove -> non è qualcosa di assurdo e inconcepibile, succede e francamente mi sembra molto molto molto più doloroso e offensivo di
  2. Mandi una foto a una persona, nel tragitto la foto viene intercettata e resa pubblica.

Eh, pazienza.
Nel primo caso c’è un tradimento profondo, nel secondo c’è solo uno stronzo che nella vita ha maneggiato più bit che zinne. Non credo che ci siano paragoni.

Ho un senso del pudore fatto a modo suo, peraltro fossi bella quanto JLaw riterrei un mio preciso dovere quello di donare al mondo infinita gioia senza nessuna turba nella gestione delle mie pubbliche nudità. Ma voi direte “quelle erano foto private, fatte per un motivo, e blah e blah e la privacy, la violazione, orrore, disrispetto, stupro, etc”.

Quelle foto erano fatte per il fap.

Quelle foto sono finite a fare il fap e la felicità di molti. Invece che di uno. Punto.

Non avremmo dovuto vederle. Ok. Ma dopo che le abbiamo viste? Non è che possiamo DISVEDERLE. Dobbiamo fare finta di niente? Non sono ammesse esplosioni di gioia e giubilo davanti a tanto BENDIDDIO?
Perché io ringrazio ogni femminista che si sia battuta perché oggi io possa davvero pensare che il mio corpo mi appartiene e sono libera di farne quel che voglio senza doverlo ripetere ad alta voce, e se è vero che prendere queste foto e renderle pubbliche è grave, è altrettanto grave non essere in grado di vederle per quello che sono. Un corpo, bellissimo, fotografato dalla sua stessa proprietaria in pose accattivanti. L’estensione dei destinatari è grave nella stessa misura in cui è grave la diffusione pubblica di una lettera privata (quindi sì, reato, non lo nego), ma per carità basta con i finti pudori, la sacralità del corpo femminile, l’iconoclastia veterofemminista che fa il giro e diventa un insulto all’intelligenza.

Ha posato lei così? Sì. Ha scattato lei la foto? Sì. La foto era destinata al fap? Probabilmente sì.
Era destinata al mondo? Certamente no. E’ uno stronzo quello che l’ha diffusa? Ovviamente sì. Uno stronzo e un deliquente? Senza dubbio.
Noi che ormai l’abbiamo vista e abbiamo esultato siamo altrettanto stronzi e deliquenti? Boh, probabilmente sì.
E il mondo è una merda.
Io però vorrei anche dire a JLaw che no, se possiamo sdrammatizzare un momento, non siamo stronzi e deliquenti. Che quelle foto lì ce le facciamo tutti, e quindi la sentiamo molto vicina e ci dispiace che le sia successo anche perché se fosse successo a noi saremmo morti di vergogna. Però insomma, se fosse successo a noi sarebbe andata davvero peggio a tutti.

Poi.

Poi a un certo punto qualcuno ha scritto al mio moroso, per farlo rendere conto della violazione del rispetto a cui è sottoposta l’immagine delle donne etc etc etc “Pensa se qualcuno facesse di nascosto delle foto alla tua ragazza nuda e le appendesse in piazza, saresti contento?”. Una domanda piena di non-sequitur a cui vorrei rispondere, così, giusto per dire intanto che sarebbe sicuramente un problema. Ma un problema mio, prima che del mio ragazzo. Nel senso che non riesco davvero a immaginare sotto quale logica si possa pretendere di fare un discorso da femminista-inkazzata-yo facendo però leva sull’appartenenza della donna all’uomo di riferimento, tanto che una così grave mancanza di rispetto sia principalmente un problema per l’uomo che possiede la donna e non per la donna.
Per dirne una.
Per dirne un’altra, sempre essendo il soggetto ipotetico di questo scenario, direi che c’è una differenza sostanziale tra la paparazzata e la foto con intento ammiccante consapevole.
Tornando al mio perverso senso del pudore e della giustizia, mi fa eticamente più schifo il giornale che pubblica le foto del culo di un ministro per valutarne consistenza e cellulite che l’hacker segaiolo che cracka il cloud delle foto private delle star.
Per tornare invece al mio senso della privacy, c’è molto poco da dire. Io sono una che per giocare a Ingress ha regalato mesi della cronistoria di ogni proprio spostamento al sig. Google. Quanto posso pensare che siano interessanti i fatti miei?
Sì, ci sono state foto di me nuda pubblicate in giro sull’internet diversi anni fa. Certo, all’epoca nessuno parlava ancora di personal branding, eppure nessuno si è fatto male per quelle foto, neppure la mia reputazione.

E si facevano un sacco di cose per il LOL. E un sacco di altre cose per il FAP.

Perché, che lo vogliate o no, questi sono i due sacri pilastri su cui si regge l’internet intera. E con buonapace delle tirate moraliste sul corpo delle donne, sulla privacy, sui soprusi, care donne (femministe o meno) tocca a noi tenere in equilibrio queste due forze primordiali: riusciamo a riappropriarci del LOL dimostrando che lo sappiamo suscitare altrettanto bene di quanto suscitiamo il FAP?

18 Comments on Per il LOL e per il FAP

  1. Parla per te forse tu sei una pippa con i pc. A noi non ci “hakerano i dropbox” perche non mettiamo pass di merda tipo 12345 e sopratutto non usiamo cloud esterno, o se lo usiamo abbiamo i nostri server criptati col nostro cloud.
    E pure te sei cessa eh, qualcuno ha avuto il coraggio di vedere le tue foto nuda?
    Auguri

  2. Il commento perfetto.
    L’unica che mi ha fatto sentire un pochino in colpa è stata Emma Watson, che sottolineava più che altro la mancanza di empatia. Ed in effetti, almeno per JLaw mi dispiace un sacco, perché la stimo come persona e carattere più che come personaggio pubblico.
    Però, un commento tecnico mi sento di aggiungerlo: non che io sia un esperto eh, ma le foto messe sul cloud, una volta arrivate alla destinataria, di solito le tolgo da lì e le cestino (le mie, mentre le sue le metto in una cartella offline). Di solito basta come precauzione, ma ancora non si sa l’esatta dinamica dell’hacking, magari sarebbe stato inutile anche in quel caso.

  3. Bè, che dire?
    Per la sostanza, lo devo rileggere. Hai approfondito in maniera intelligente senza scadere nella banalità, un testo così merita se non altro una riflessione (ed il fatto che le tue parole stimolino una riflessione, credimi, è un complimento…).
    Per la forma: complimenti davvero. Quegli “ok, eh pazienza, poi, etc…” sono usati in modo leggero, invitano alla lettura, la rendono più intima, quasi colloquiale, ma nulla tolgono alla nobiltá del lessico.
    Brava, di nuovo.
    Complimenti.

    Mattia

  4. Che vuoi stimare delle zoccole?
    Non vuoi che ti fottano le foto non pubblicarle in alcun modo su alcun mezzo online.
    Anzi non farle proprio.

    Oppure se sei zoccola e pure cretina, non rompere se te le fottono

  5. Non trovo le tue foto nude.

  6. Probabilmente quella persona non stava facendo leva “sull’appartenenza della donna all’uomo di riferimento” ma solo sul buon senso e sull’empatia (la stessa cosa che forse manca anche nel tuo articolo). Ovvero: non ci si aspetta che il tuo ragazzo prenda le difese al posto tuo, ma quantomeno che gli dispiaccia se qualcuno diffonde al mondo una foto in cui ti tocchi la patatina, e che gli dispiaccia se il mondo la usi per divertirsi. Dovrebbe dispiacere a lui non in quanto uomo, ma in quanto persona a te cara.
    Siamo sicuri che non ne ridacchierebbe con gli amici, cosa che invece fa senza problemi se la proprietaria della patatina ha la sfortuna di fare l’attrice.

    Infine il senso del tuo articolo, se non ho capito male è: si ok è illegale, moralmente deprecabile, ma che ce frega? Viva la fregna, lol!

    Poi penso a Kirsten Dunst che ha sempre avuto problemi di depressione e alcolismo e mi immagino quanto lol abbia in testa in questi giorni…

    • “Viva la fregna, lol!”
      Un’analisi perfetta: invidio il tuo dono della sintesi, avrei potuto scrivere un twit invece che questa lenzuolata.
      Non ho la pretesa di misurare il lol in testa a Kirsten Dunst in questi giorni, ti notifico però che su twitter ha commentato “Thank you iCloud – pizza – cacca”.
      https://twitter.com/kirstendunst/status/506553772114317312

    • A me pare che il senso sia legato all’impossibilità di “disvedere” un qualcosa che, a seconda dei gusti, può soddisfare curiosità, pulsioni, invidie e un sacco di altre cose che esistono in praticamente ogni essere uimano. Cose che vengono sfogate malamente, ogni giorno e a livello sistematico, nei confronti di gente che si umilia in tv, di gente messa a nudo su giornali, di ragazzine molto piccole che vengono bersagliate dal gruppetto del bar. Tutte attenzioni non evocate ne’ desiderate, cosa che non si può dire di una foto ammiccante per quanto sia stata chiaramente diffusa in modo orrendamente abusivo. E il discorso a me pare sensato. Non sono completamente d’accordo col passarci sopra ma come tutti non lo sono anche per mie paure e gelosie. Continua a sembrarmi orribile che non ci siano remore nel caso di particolari sessuali ma mettermi a difendere l’intimo di una persona che non conosco mi pare quantomeno sciocco pur sapendo che probabilmente prova fastidio per quanto accaduto. Ma non è possibile applicare la propria sensibilità al mondo, trasfigurarlo per non vedere com’è e poi mettersi nella condizione in cui, aprendo gli occhi, si perde definitivamente la fiducia. Anzi, è possibile, lo fanno in tanti, a volte l’ho fatto anche io. Ma è tanto sbagliato quanto mettersi a pubblicare le foto in questione perchè parte dall’assunto che il nostro giudizio è quello da applicare al pianeta. A quel punto il rispetto per l’altro l’hai già mandato affanculo, a prescindere, anche se nel tuo sistema di valori ti senti a posto.

  7. Ti dico solo che sono anzianissimo. Ho diruto cercare il significato di FAP.
    Shame on me.

  8. Io onestamente non mi sono mai fotografata le tette. E non mi è nemmeno mai passato per l’anticamera del cervello l’idea di mandare eventuali foto di tette a qualcuno.

  9. Per il resto concordo totalmente

  10. this post made my day! 🙂

  11. Allora…nemmeno io sono un genio col pc ma non mi verrebbe mai in mente di caricare online su iCloud o cose del genere foto in cui sono col culo (e non solo quello) al vento (sì, è capitato di farmi foto di questo genere…che però sono sepolte in un hard disk esterno finito nel fondo di un cassetto. E nel pc di un paio di donzelli che però non credo abbiano motivo di pubblicarle online). Poi…dai, sì, è carina ma adesso non è che “lei è bella, noi siamo cessi”. Il punto è “lei è famosa, noi no”: al massimo a noi potrebbe capitare la stessa cosa ma ad opera di un ex arrabbiato e/o vendicativo. Quello che le è successo non me la rende umana, la consideravo umana già da prima: è solo una ragazza come tante altre che però è diventata famosa perché è un’attrice, punto.
    Nota a lato: tutti ‘sti maschietti che ne decantano le qualità fisiche in preda a chissà che crisi isterica ormonale mi sembrano un branco di cani in calore. Cos’è? Non avete mai visto una nuda? Sì, caruccia. Un po’ pinza, ma caruccia (ah, no, non è pinza, sono io che “sonosoloinvidiosa”).
    Ultima cosa: ma perché fare il dito medio? Non sei contenta di aver preso l’Oscar? Mai capita ‘sta cosa di fare gestacci durante le premiazioni: se vi scoccia la fama, andate a fare gli impiegati e non gli attori.

  12. Io dico solo che ho letto il tuo post ed ogni volta che ho letto “il FAP” ho riso da imbecille.

    Inutile dire che mi trovi perfettamente d’accordo.

Rispondi

UA-83207466-1