Oggetti di bellezza

Più riguardo a Oggetti di bellezza“Oggetti di bellezza” non è un romanzo di quelli che fanno la storia della letteratura o che ti lasciano dentro chissà quale traccia e quali e quante riflessioni, però è una gradevolissima compagnia, come una passeggiata di un pomeriggio in un bel posto esotico assieme a brillanti sconosciuti dalla conversazione allegra.
Gallerie d’arte, arrivismi, tenerezze e, al centro vorticante del tutto, New York. La voglia matta di andarci un giorno, possibilmente presto, cresce pagina dopo pagina.
E poi oh, ci sono le figure. Perché in fondo è un libro sull’arte, e sull’amore, e sull’amore per l’arte. Dalla purezza più sublimata al degrado commerciale, nel senso dispregiativo del termine. L’indipendenza e il meretricio come due variabili che in diversa percentuale sono sempre presenti in ogni ambizione (personale o artistica) e che danno vita a diverse tipologie di bellezza. In questa lunghissima dichiarazione di amore e di rimpianto i quadri e Lacey non sono altro che questo: oggetti di bellezza. Cose fatte per essere ammirate. Quattro palle su cinque.

 

[photo credit: Thomas Hawk via photopin cc]

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