Non c’è nido senza compila

Annunciazione annunciaziò, manca esattamente una settimana alla data prevista in cui l’erede si manifesterà a noi in tutta la sua cicciosità. Inutile dire che ci sentiamo elettrizzati, fortunatissimi, terrorizzati e supercuriosi. Inutile dire anche che abbiamo appena iniziato a realizzare che oh, in effetti ci siamo, questo periodo di transizione lunghissimo, buffo e pieno di disagi che è l’incintamento sta per finire e lasciare il posto a… chi lo sa. La più maestosa incognita di sempre.
È che tra il lavoro prima, la ristrutturazione della casa e il trasloco poi, ci siamo trovati qui all’improvviso: e adesso?
E adesso io reagisco con una versione pericolosamente accelerata della sindrome del nido, ovvero quella follia totale che prende le gestanti negli ultimi momenti della gravidanza e le trasforma in inarrestabili terminator: polvere, calcare e macchie sono il nemico, la perfetta pulizia e l’ordine assoluto sono l’unico obiettivo possibile. La progenie dovrà approdare in una casa a prova di Bree Van De Kamp e la gestante entra in trance agonistica. Partendo dalla difficoltà +100 di avere la casa ancora mezza invasa dagli scatoloni del trasloco e avendo avuto fino alla settimana 38 gli operai che gironzolavano con i trapani in mano a fare buchi nel muro a tradimento e polvere e segatura ovunque, ho pensato di darmi un lecito aiuto acquistando il Folletto. E il Roomba. E il Dyson. E non dimentichiamo l’asciugatrice, perché dovevo assolutamente lavare ogni panno uscito da ogni scatolone prima di metterlo nell’armadio. “Sì ma devi stare a riposo” “Mi sto riposando, oggi ho fatto solo 4 lavatrici, smontato 6 scatoloni, lavato i pavimenti, passato l’anticalcare in doccia e pulito le fughe delle piastrelle della cucina!”.
E pensare che una volta ero una persona felice di dormire fra le matasse di pelo di gatto e le briciole di patatine fritte.
Purtroppo anche la camera della Tacchinotta* ha subito dei gravissimi ritardi sulla tabella di marcia ideale causandomi forti ansie e malumori: ci hanno pensato i futuri zii a riportarci in pari, montando lettino, fasciatoio e non so più più cos’altro con un salvifico intervento un sabato mattina mentre noi eravamo all’ultima puntata del corso pre-parto. It REALLY takes a village, ma dall’inizio proprio eh.
In tutto questo come sempre la musica è quello che mi ha salvato dalla follia. Un po’ perché fare le pulizie senza colonna sonora è una noia mortale, un po’ perché [momento poesia] mi consolo pensando che la piccina nella pancia non può sapere come sarà la sua cameretta, se sarà completa e perfettamente imbiancata, ma può ascoltare delle canzoni e sono le canzoni che la faranno sentire a casa quando arriverà, dopo i suoi 9 mesi di resort 5 stelle all inclusive con spa, finalmente *qui*.
Provvidenzialmente in questa stessa fase di fascinazione per il pulito, necessità di arredo e urgente bisogno di musica mi è stato recapitato a casa uno speaker Zipp di Libratone. Sulla scatola c’è un uccellino: la disperata questione nido è palesemente arrivata fino in Danimarca, “loro mi sanno”. Estraggo lo speaker dalla scatola e uau:
Puoi togliere questa ragazza dal pinterest e gettarla in un caos di scatoloni e detergenti per le più varie superfici ma non puoi togliere il pinterest da questa ragazza.
Design nordico, colore grigio antracite sobrio che si può eventualmente cambiare slacciando la zip e rivestendo la cassa con un altra cover. Diffonde il suono a 360° quindi lo piazzo in mezzo alla stanza, ha 12 ore di autonomia e si ricarica con il suo bravo alimentatore, poi ci giro intorno felice con i miei stracci per la polvere, come una qualunque Biancaneve che invece degli uccellini della foresta ascolta la propria musica su Spotify (connessione super facile collegandolo al telefono con il bluetooth e gestendo direttamente da lì la riproduzione e il volume, ma volendo ci sono anche altri modi di gestione più professionali che ancora non ho esplorato).
E insomma: non c’è nido senza uccellini (o Tacchinotti), e non ci sono uccellini senza compila. Queste sono le sue 9 canzoni, una per ogni mese di attesa, scelte tra quelle che abbiamo ascoltato insieme di più dall’inizio a oggi. Alcune possono anche essere ninnananne, alcune raccontano tutt’altro, ognuna ha un motivo per stare lì: fare casa, fare nido, raccontare una storia piccolissima e indispensabile. Enjoy.
*è una storia lunga, se non la sapete è perché non mi seguite su Snapchat. Perché non mi seguite su Snapchat? Ci metto sempre anche un sacco di Ava!
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