Medulla, Camera Oscura

Lo ammetto: sono legata a questi ragazzi per tutta una serie di motivazioni personali che vanno ben al di là del fatto musicale. Molto probabilmente se non si fossero verificate le coincidenze per le quali ci siamo trovati così vicini non li avrei nemmeno (purtroppo) mai conosciuti. Ma siamo qui, e oggi eravamo tutti al 75Beat per lo svelamento del secondo album, Camera Oscura.
Sono bravi, proprio.
Sono cresciuti, tanto.
Più maturi, sia nella scrittura delle canzoni e dei testi sia negli arrangiamenti. La presenza sul palco è sempre pazzesca.
Piccoli incubi sono diventati terrori, le favole sono diventate vere e proprie leggende: dove il primo disco metteva la violenza nuda e cruda nelle immagini e nei riferimenti, il secondo disco distilla invece l’inquietudine in modo più intimo e sentito. Meno circo, meno istrionismo, toni quasi più smorzati e che per questo arrivano non con l’impatto della forza brutale ma con la precisione acuminata di una maggiore verità.
Le piume, le ciglia, i ragni, le tele, l’edera, le bende, gli sguardi, le trine.
Poi vabbè, quando attaccano “il gancio” sopra e sotto il palco è sempre il delirio.
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