L’opera è donna – Aida

Quando incontriamo Aida capiamo subito che non si trova in una posizione semplice. Innanzitutto è una schiava etiope al servizio della figlia del faraone d’Egitto. Inoltre è innamorata, presupposto pericolosissimo per qualunque eroina di qualunque opera lirica. Quale può essere la combinazione peggiore per cui questi due elementi si possano fondere nel più letale dei modi possibili? Radames, l’innamorato di Aida, è il prescelto degli dei, colui che guiderà l’esercito d’Egitto contro il Re degli Etiopi che sta muovendo guerra al faraone.
E qui veniamo a scoprire che non è solo una questione geopolitica a frapporsi tra Aida e il suo amato Radames inviato verso la distruzione del popolo della nostra eroina. No: scopriamo che Aida non è semplicemente una schiava ma addirittura la figlia di Amonastro, il re etiope che si è mosso a guerra proprio per ridare alla principessa sua figlia il regno e la dignità che le spettano per nascita.
Povera Aida: l’innamorato contro il padre e lei non può nemmeno esprimere le sue angosce e i suoi tormenti. Infatti, oltre a tenere nascosto il fatto di essere la principessa etiope (saggiamente, trovandosi a vivere alla corte del faraone), deve anche cercare di tenere nascosto il proprio amore per Radames (saggiamente, essendo lui promesso alla figlia del faraone).

E qui arriva il mio tema preferito. Tutte le ragazze innamorate, principesse o meno, hanno dei segreti. E chi meglio di un’altra ragazza può capire quei dissidi interiori, quelle sofferenze, quei tormenti che cerchiamo di nascondere ma che in qualche modo trapelano?
Entra in scena lei. Amneris. La figlia del faraone. Perfettamente speculare a Aida: ricca, bella, affettuosa.
E promessa sposa di Radames.
Amneris osserva Radames e questa scena alla corte del faraone potrebbe in realtà risultare identica in qualunque giardinetto di Baggio o di Rozzano.
Lei lo guarda. Lui guarda l’altra. L’altra abbassa lo sguardo. Lui guarda lei. Lei li riguarda entrambi e capisce.
E qui scatta il trappolone di Amneris, che ha già capito tutto ma prima di piantare un casino vuole le sue certezze. Chiama a sé Aida, la blandisce: “Tesoro caro, vieni, tu per me sei come una sorella. Ma ti vedo preoccupata, cosa succede, confidati con me”. E Aida inizia un po’ a sfogarsi, con cautela, dicendo che è preoccupata per la guerra che incombe. Amneris non molla la presa “Ma sei sicura? È solo questo?”.
Ovviamente solo a due rivali in amore può sembrare più grave il contendersi il bulletto del quartiere che lo scoppio di una guerra. Ma Aida ha ancora intatto il suo spirito di autoconservazione e sostiene che no, è preoccupata per il suo popolo, niente di personale (e intanto pensa al padre, e non può dirlo, e a Radames, e non può dirlo, e all’angoscia che uno dei due non sopravviverà).

E quindi stanno abbracciate, una a covare sospetti e vendette e l’altra a ingoiare segreti e angosce.
La perfetta immagine e definizione di frenemies: un gioco di potere basato non sulla forza ma sullo scambio di confidenze e fiducia, un perfetto equilibrio tra affetto e sopraffazione.

Ma Amneris non demorde: vuole la sua prova ed è disposta a tutto per ottenerla. L’esercito egizio sconfigge gli etiopi. Amneris manda a chiamare Aida, la consola per il suo dolore, le offre protezione e amicizia. E inizia a torchiarla: “Sei preoccupata per qualcuno dei tuoi in particolare? C’era un qualche etiope di cui eri innamorata e di cui vuoi avere notizie? Sai, non tutti sono stati sconfitti, qualcuno si sarà pur salvato… visto che uno di loro è riuscito a uccidere Radames”. E qui Aida crolla. Si dispera. E davanti alla prova così evidente del suo amore (“Ma come? piangi per colui che avrebbe dovuto sterminare il tuo popolo?”) Amneris non ha più freni. Insulta Aida, le dà della bugiarda e dell’illusa, e in un momento siamo di nuovo sulle panchine dei giardinetti pubblici. “Lo sapevo che lo amavi! Non è vero che è morto! Ma lui sceglierà me, perché tu sei solo una schiava e io sono figlia del faraone” “Ah sì? Lo pensi proprio? E invece lui mi ama anche se sono una schiava e ti dirò di più: non valgo meno di te, perché tu non lo sai ma in realtà io sono la principessa degli etiopi e… ops”.
Ops: in meno di un minuto Aida ha tirato fuori tutti e due i suoi segreti. Per fortuna Amneris, troppo inviperita, si è già scagliata a riprendersi il bulletto del quartiere e sembra non essersi accorta di questa seconda rivelazione.

Ma Aida, poverina, Aida si è messa in un pasticcio enorme. E da qui inizia la storia vera e propria che sarà in scena da venerdì 18 Luglio ad aprire la 50° Edizione del Macerata Opera Festival e che segna il debutto come regista a Macerata di Francesco Micheli, alla sua terza stagione come direttore artistico, e della direttrice d’orchestra britannica Julia Jones. Il cast dell’inaugurazione sfodera una formidabile coppia di protagoniste femminili: Fiorenza Cedolins è Aida, mentre Amneris è Sonia Ganassi.

Una storia di eserciti, divinità, conflitti, guerre e vendette, di popoli e uomini, di guerrieri, sacerdoti e re e che arriva alla sua drammatica conclusione a causa dell’amicizia-rivalità di due giovani donne innamorate.

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