Loodwig Boogie Woogie

Quanti motivi ci sono per ascoltare una particolare musica, oltre al fatto che sia bellissima? Onestamente non ce ne dovrebbero essere altri. Ma se volete avvicinarvi alla spaventevole op.111, una delle più complesse e emozionanti sonate per pianoforte scritte da Beethoven, eccovi alcune altre buone ragioni:
– Un motivo letterario: Thomas Mann ne parla nell’ottavo capitolo del suo “Doktor Faust”
– Un motivo musicale: Chopin e Prokofiev hanno scritto composizioni basate sui temi o sulla struttura di questa sonata
– Un motivo storico: è l’ultima sonata per pianoforte scritta da Ludwig, trentaduesima di trentadue. La forma che insieme alla sinfonia ha portato il classicismo alle più alte vette della sua espressione si tende fino allo spasmo, si allunga, si stira e alla fine esplode. Costruzioni di fuga, temi con variazioni, due movimenti invece di tre: da qui in poi non si torna indietro, la sonata non esisterà più e si entrerà nel pieno dello Sturm und Drang e del romanticismo.
– Un motivo definitivo: qui Ludwig inventa il boogie woogie, con buona pace di chi sostiene che il vecchio non avesse il senso del ritmo
E ovviamente perché è una musica sconvolgentemente bella. Ascoltatela tutta. Ma se siete curiosi, saltate al minuto 5.42 del secondo movimento e preparatevi a battere il piedino.
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