Letture in corso
Solitamente non mischio i libri. Ne leggo solo uno per volta, perché almeno in quel tempo sempre troppo scarso che posso dedicare alla lettura voglio riuscire a immergermi completamente in una storia, senza distrazioni. Leggere due libri insieme è un po’ come essere bigami, o come mettere le corna al proprio uomo: stai con uno e intanto pensi all’altro, leggi di qua e ti vengono i sensi di colpa perché sai che dovresti leggere di là, e alla fine non ti godi nessuna delle due storie a modo.
Però in questi giorni è successo che stavo già leggendo un libro sul kindle e intanto me ne hanno regalato uno di carta e “insomma, lo capisci, siete talmente diversi, non puoi chiedermi di scegliere”. A parte il formato sono due libri davvero diversissimi. Il primo è il tanto decantato Limonov, l’altro ha un titolo che si sarebbe potuto tradurre anche meglio ma che ormai credo sia definitivamente “Tu, per ora #persempre”, con tanto di hashtag. Saltellando gioiosamente da uno all’altro mi sono ritrovata a fare delle considerazioni tristissime.
Una persona che ha perso i genitori si chiama orfano, mentre chi perde il coniuge si chiama vedovo. Invece non esiste un nome per le persone che perdono un figlio. Credo che sia perché la lingua non prevede qualcosa che non dovrebbe esistere, uno stato contrario alla natura. O forse è che davanti a un dolore talmente grande trovare un nome diventa superfluo, l’ultimo dei pensieri. O magari invece questa parola esiste, ma non la sappiamo usare e l’abbiamo dimenticata per una forma particolarissima di pudore.
E poi ho pensato che la bellezza di scrivere una storia o scrivere una lettera (o per quel che vale anche un twitt) stia nel fatto che sappiamo esattamente da dove parte, qual è il luogo geografico e emotivo in cui viene formulata e rilasciata nel mondo. Ma non possiamo assolutamente prevedere dove arriverà, il posto e il momento in cui verrà letta. Anche l’indirizzo di recapito non è una certezza, non lo è mai stato. E quindi mi immagino tutte queste parole che buttiamo in giro e che appena partono per affrontare il loro viaggio verso eventuali destinatari stanno già cambiando e tradendo quello che intendevamo dire, e pensavo che dovremmo inventare anche una parola per noi che le abbiamo create e subito perse.
A propostito di bigamia, qui c’è il singolo preso dal disco dei lava lava love che uscirà nei prossimi giorni. Se non vi piace non limonerete mai più. Peccato.
Limonov è una bella sorpresa finora. Sono curioso invece dell’altro libro, Tu, per ora #persempre”. Attendo rece o commenti, qui o su anobii. Giusto per lasciartelo leggere col dovuto relax senza alcuna pressione eh