Le mie letture del 2017

Fine anno, tempo di bilanci. Non ero convinta di scrivere questo post perché in fondo, pensavo, cosa ve ne potrà mai fregare di quello che ho letto nel corso dell’anno quindi ho lanciato un sondaggio per palpare il reale interesse sulle IG Stories e incredibilmente A SORPRESA hanno vinto i “Sì, scrivi il post-riassuntone” con una percentuale schiacciante che davvero mi commuove (se invece siete tra quei sette che hanno votato “No, non ce ne frega un beato pandoro farcito” 1. cosa ci fate qui a leggere e soprattutto 2. sappiate che i voti non sono anonimi quindi siete schedati).

2017 anno di scarse letture, ho mancato l’obiettivo prefissato dei 50 libri per la sfida annuale di Godreads. Sì, lo so che 50 sono tanti, ma non avrebbe senso partecipare a una sfida che si sa già di poter vincere in scioltezza. In ogni caso sono soddisfatta: con una bimba piccola e lavorando a tempo pieno i momenti da dedicare alla lettura sono oggettivamente una risorsa scarsa e preziosa, credo di averli sfruttati il più possibile e investito molto bene, scegliendo per la maggior parte delle volte libri che mi hanno appagato.
Per gli amanti dei dati: ho letto esattamente 33 libri (il più corto di 159 pagine e il più lungo di 872) per un totale di 12.311 pagine. Qui il link con il riassuntone e tutte le copertine dei libri letti. Di seguito invece due righe due sulle letture che più mi sono rimaste nel cuore.

 

YA e affini

Come sapete ho un debole per la letteratura YA e anche quest’anno ne ho fatto grandi scorpacciate. Solitamente preferisco variare, invece quest’anno ho letto ben 3 libri di Rainbow Rowell configurando il 2017 come l’anno dell’arcobaleno.

Fangirl
Trovare la propria strada e la propria identità per Cath vuol dire confrontarsi con la sorella gemella (ciò che le accomuna e ciò che le rende invece diverse) e con la sua grande passione: la scrittura di fanfic. Un romanzo leggero che tocca temi pesanti, come ci ha abituato Rainbow Rowell, la ricerca della propria voce per differenza prima che per asserzione, un romanzo di crescita tenero e con cui è difficilissimo non immedesimarsi se si è state adolescenti un po’ idealiste e chiuse nel proprio mondo creativo.

Carry on
E vai col meta: questo è il romanzo che Cath scrive in Fangirl. Onestamente è del tutto evitabile, però a me è piaciuto. Forse perché mi ero affezionata ai personaggi di cui parlava sempre Cath in Fangirl e quindi vederli muovere su delle pagine tutte loro mi ha dato un senso di chiusura.

 

 

Ti chiamo sul fisso
E se il telefono della tua cameretta di ragazza a casa dei tuoi genitori fosse magico e potesse metterti in collegamento con il tuo fidanzato di allora? Telefonare ora al proprio passato rischia di incasinare la linea temporale e se da un lato si può rimediare a degli errori dall’altro si può anche interferire cambiando per sempre il presente per come lo conosciamo. O forse no. Un libro dolcissimo e amarissimo, la versione adulta di Eleanor&Park e secondo me insieme a questo il suo libro migliore.

Se basta un fiore
Giulia Blasi ama Roma e ama i regazzini. Non c’è nulla da fare, questo doppio amore si vede e dà forma a un libro pieno pieno pieno di spunti di riflessione. Il confine tra i giardini dei due protagonisti, come luogo di nessuno in cui ci si può avvicinare e confidare. Il confine tra generazioni che si mescola nelle famiglie incasinate, tra sorelle segrete, ragazze madri, madri ragazzine e fratelli incompresi. Il confine del proprio corpo su cui si combattono guerre. Un panorama disastrato su cui fiorisce la bellezza, macerie emotive su cui nascono nuovi adulti spauriti.

Il drago verde
Ed ecco qui un’altra delle mie scrittrici preferite di sempre: Scarlett Thomas. Appena ho saputo che aveva pubblicato un romanzo fantasy per ragazzi sono caduta dalla sedia e mi sono tuffata nella lettura. Non aspettatevi il nuovo Harry Potter, ma se amate il genere prendetelo e gioite. Anche perché è chiaramente il preludio a una saga molto più lunga quindi ci sarà da essere felici per un bel po’. Ovviamente come suo solito Scarlett Thomas prende e rimescola riferimenti presi un po’ ovunque e li organizza in un meccanismo perfettamente congegnato: è quello che sa fare meglio e che me la fa amare, libro dopo libro.

 

Gli italiani che ho adorato

L’arminuta
Un libro piccolissimo e potente. Il dolore e lo stupore si mischiano insieme come terra e acqua, e danno forma a una storia indimenticabile. Di questo libro mi è piaciuto tutto: l’utilizzo incredibile della lingua, la perfezione della forma, la capacità tagliente di arrivare al cuore dei personaggi in pochissime mosse. E più di tutto mi è piaciuta la sensazione di non potermelo scrollare di dosso per molto tempo dopo averlo finito.

 

La più amata
Di questo romanzo si è detto di tutto e di più. Io dirò solo che mi ha risucchiato in un mondo lontanissimo dal mio e in cui, nonostante questo, sono riuscita a ritrovarmi perfettamente. Il senso di perdita che scava tutta la lettura come un fiume sotterraneo ci pone a intervalli regolari sulle due sponde opposte della compassione e del fastidio verso una protagonista che non ha interesse a presentarsi in modo amabile. Tutta la sua bruttezza ci viene sbattuta in faccia da subito: la presunzione, l’invidia, l’ingratitudine. Ma è solo una bambina, in mezzo a “cose da grandi” e cose più grandi di lei. Cosa scegliamo di provare?

L’uroboro di corallo
Bello, bello, divertente, leggero, una lettura inaspettata e perfetta per spezzare i momenti di pesantezza. Un’eredità dagli imprevisti risvolti esoterici, la vita che ricomincia a sessant’anni e una pletora di personaggi tratteggiati in modo irresistibile sono gli ingredienti di questo romanzo ironico e pieno di brio. Sullo sfondo, come una santa protettrice, lo sguardo benevolente di Catania, che non ho mai visto e che ora vorrei tantissimo visitare.

Morte di un uomo felice
Quando la Chiara (se non la conoscete mi spiace per voi) mi consiglia un libro io so che devo aspettarmi qualche sorpresa. In questo caso la sorpresa è stata un po’ un pugno nello stomaco, ma comunque gradito. Questo libro è intenso, in tutto, a partire dall’ambientazione e dal momento storico fin giù giù in ogni frase e in ogni dettaglio. Una lunga riflessione sulla giustizia, sia come questione astratta che come risvolto religioso e sociale.

 

I miei tre libri del 2017

Se proprio dovessi scegliere i tre libri più belli e significativi letti in quest’anno la mia scelta ricadrebbe su questi tre.

Il racconto dell’ancella
Ne ho già parlato ampiamente qui. Secondo me è questo il libro dell’anno, nonostante sia stato pubblicato quasi quarant’anni fa. Il fatto che sia uscita quest’anno la serie tv lo rende attuale, ma ancora di più lo rendono attuale il clima politico degli ultimi mesi e le nuove energie che attraversano il movimento femminista in tutto il mondo e in Italia. Credo che siamo all’inizio di una rivoluzione, un cambio di paradigma che raccoglie i frutti di tante lotte ma soprattutto mette le basi di una nuova società. Per me scoprire questo libro proprio quest’anno non è stata una coincidenza ma un passo verso una presa di coscienza collettiva che passa anche dalla cultura, dalla fiction, dalle trasposizioni in serie tv.

Il dio delle piccole cose
Sempre perché arrivo con calma alle cose questo libro è sulla mia wishlist da quando è uscito, prendendo polvere per solo vent’anni. Evidentemente il momento giusto per leggerlo è arrivato solo ora per un motivo. Ci ho messo tanto a finirlo, non riuscivo a andare avanti più di qualche paragrafo al giorno. Una costante sprangata nelle costole. Un uso meraviglioso della lingua che mi ha fatto desiderare leggerlo in originale, anche se la traduzione è davvero valida. È un libro colloso, pastoso, mi si è appiccicato addosso, mi ha invischiato e rallentato il pensiero e i movimenti, mi ha risucchiato dall’altra parte del mondo, inchiodata a guardare dolore, amore, passione, morte disfarsi e mescolarsi uno nell’altro per poi ricomporsi e decomporsi di nuovo. Uno dei libri più belli e potenti che abbia mai letto, devastante.

Un gentiluomo a Mosca
Ho scovato questo libro grazie alla sfida di lettura di PopSugar: uno dei prompt era quello di leggere un libro interamente ambientato in un hotel e sul gruppo internazionale tra diversi titoli era stato suggerito questo. Beh, è un capolavoro. Nel 1922 il conte Rostov è condannato dal tribunale del Popolo agli arresti domiciliari: non potrà più lasciare l’Hotel Metropol dove risiede pena la fucilazione. Ma il Metropol è casa del mondo, e nelle sue hall, sale da pranzo e camere tutto il mondo passa: è così che il conte, nonostante la cattività, ci accompagna alla scoperta della Russia del 1900 con tutti i suoi personaggi caratteristici, e ci pone davanti a un inventario completo delle passioni umane. Davvero strepitoso, non vi dico di più per non rovinare le mille sorprese che contiene. L’ho adorato.

Ovviamente mi sento già divorare dal senso di colpa perché ho lasciato fuori da questo post molti libri davvero belli, cosa ci posso fare se quest’anno ho scelto bene su cosa consumarmi le pupille? Quindi così, in ordine sparso, menzione d’onore a Tony e Susan che non mi ha fatto dormire di notte per l’angoscia, la saga dei Cazalet di cui ho letto solo i primi due libri e che sto centellinando perché vorrei non finisse mai, Inquietudine perché non ci sono mai abbastanza libri sulle spie, L’una e l’altra di cui avevo già parlato e che è davvero un libro fenomenale.

E con questo dal 2017 è tutto: inizio a preparare la lista per quello che vorrei leggere nel 2018, se avete suggerimenti imperdibili ovviamente sono ben felice di ascoltarli.

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