L’amore è un difetto meraviglioso

Don Tillman è un professore di genetica e io lo amo. Don Tillman è strano, molto. Però ha trovato il suo modo di affrontare il mondo e adattarsi ad esso. E anche se è un modo poco convenzionale è quello che funziona per lui, e quindi va bene anche se l’impatto con la sua organizzazione iper razionale sulle situazioni sociali ha degli effetti ridicoli e delle conseguenze disastrose. Ma non siamo un po’ tutti così? Alla fine cerchiamo il modo più funzionale per affrontare la vita, sperando in un compromesso che non sia troppo costoso, e i risultati magari sono meno comici ma non necessariamente più fruttuosi di quelli di Don.
Quando poi Don scopre che le persone sposate sono mediamente più felici dei single decide di dare vita al Progetto Moglie, entrando con irruenza nel regno delle relazioni sociali più delicate, e scatenando il vero dramma.
Quindi sì, amo Don Tillman perché è quello che potremmo definire un disadattato, e amo il suo non rendersene conto, perché in base al suo metro di giudizio è una persona perfettamente funzionante e efficiente. E anche qui, insomma, non riesco a non intenerirmi perché ammettiamolo: siamo tutti così. E spesso senza nemmeno avere la sua stessa intelligenza e determinazione e bontà.