Finalmente è arrivata la stagione del letargo

I vestiti a strati. Le guance rosse. Il cappello, la sciarpa, i guanti. Gli sbuffi di vapore dalle labbra screpolate.
Gli occhiali che si appannano quando si entra in un locale caldo. Le luci alle finestre mentre fuori si cammina veloce. Le pozzanghere lucide e il cielo pulito, il buio alle cinque di sera, il profumo del freddo nel naso che gocciola, il buio alle cinque di pomeriggio.
Finalmente è arrivato il momento dell’anno che preferisco: la stagione del letargo. Quando non serve nemmeno scusarsi perché si preferisce stare in casa al calduccio invece di uscire. Quando si pregusta la tazza di tisana da tenere in mano per scaldarsi. Quando basta una copertina di lana avvolta intorno alle spalle per sentirsi protetti e in pace con il mondo. Quando i gatti tornano a raggomitolarsi in grembo con la loro pelliccia calda e il ron ron delle fusa di sottofondo.
Nelle sere così lunghe sarebbe perfetto avere un camino acceso attorno a cui raccogliersi per raccontare delle storie. In una versione decisamente più tecnologia e meno tradizionale, ho risolto la mia esigenza di letargo e storie con un unico strumento che mi sta accompagnando egregiamente ogni giorno verso la nanna piena di sogni: un tablet da 10 pollici, l’app Kindle per tutte le mie prossime letture, Netflix per quando mi serve una dose massiccia di storie in più e una penna a sorpresa per prendere appunti e disegnare.
Non mi ricordo il titolo, era un libro per bambini, credo di quelli della mursia con la cornice colorata e con i picchi disegnati in copertina (ce li avevano fatti comprare a scuola, uno per uno, per poi scambiarceli). Mi ricordo che parlava di un toro (forse era ambientato in Spagna?) e che per descriverlo diceva:
“aveva le orecchie lunghe e nere come due sere d’inverno”
SBAM. Mi ricordo benissimo il piacere che mi ha dato capire questa frase, e scoprire che con le parole giuste messe nel modo giusto era possibile creare delle immagini così complesse e emozionanti, mettere insieme cose facili che tutti conosciamo (le orecchie di un toro, le sere d’inverno) per creare qualcosa di nuovo mai pensato prima.
E visto che il primo amore non si scorda mai, per me questa è ancora oggi l’immagine più bella e emozionante che abbia mai letto.
Facendo un rapido calcolo da quel giorno sono passati 29 anni, e ancora una delle cose che più mi dà gioia al mondo è smontare e ricostruire i meccanismi di quello che mi piace per capire come faccia a funzionare così bene. Con un colpevole ritardo (ma in anticipo di qualche giorno sulla nuova edizione appena pubblicata da Sperling – il tempismo non è probabilmente la mia dote migliore) ho divorato On Writing di Stephen King. Con tutta probabilità non sarò mai una scrittrice, ma da quando l’ho finito e ho chiuso l’app sull’ultima pagina mi sento sicuramente una lettrice con i superpoteri.
Questo inverno passerà alla storia per tre conquiste che lo renderanno ancora più confortevole e felice:
1. l’arrivo di Netflix in Italia
2. l’arrivo di Amazon Prime Now a Milano
3. l’arrivo di Domino’s nel mio quartiere
Si è praticamente realizzato il mio sogno dell’annullamento di distanza nello stile di vita tra Baggio e Brooklyn.
Situazione tipo: divano, copertina di lana, gatti che ronfano. Tablet aperto su Netflix per megaimmersione di storie raccontate (e non intendo solo le serie tv o i film: ci sono dei documentari pazzeschi). Pizza ordinata e in arrivo in meno di 20 minuti, già tagliata e pronta per essere mangiata direttamente sul divano, gelato scelto al momento in base alla voglia del giorno e in arrivo per il dopocena. Nel mio letargo non potrei sognare un sogno migliore: scelta illimitata pressoché di tutto, spostamenti minimi dal divano al citofono. Camomilla finale e piomba assicurata.
Tornando rapidissimamente a Netflix ho visto Narcos e vorrei vedere altre mille serie come questa. E non solo perché l’attore protagonista è l’uomo più bello del mondo. Anche qui il mio nerdismo per le tecniche narrative rischia di prendere il sopravvento quindi mi autocensuro prima di iniziare un pippone illeggibile e noioso (e Stephen non sarebbe per niente fiero di me). Credo che però nel mio caso l’ossessione sia un buon metro di misura del gradimento: nei giorni in cui ero immersa in questa serie difficilmente sono riuscita a distrarmi con altro. Ecco perché quando si è trattato di testare la Z Stylus mi sono cimentata nel riprodurre una delle immagini emblematiche di Narcos.
Ok.
Probabilmente non sarà mai una scrittrice, e più che certamente non sarò mai un’artista. Ma la Z Stylus posso comunque usarla per prendere appunti dei miei complessissimi schemi strategici, quindi sento di aver comunque vinto.
Un’ultimissima nota sullo ZenPad10: come sempre quando mi viene proposto di testare un nuovo giocattolo tecnologico mi entusiasmo e poi vengo sopraffatta dai sensi di colpa. Mi servirà? Lo utilizzerò? Entrerà a far parte della mia vita? Oppure tornerà mestamente nella sua scatola perché dopo il primo momento di infatuazione non avremo più nulla da darci reciprocamente?
Da quando mi è arrivato il pacchettino di Asus sono già passate alcune settimane e lo ZenPad è ancora qui, sul mio divano, tra una trapuntina e un gatto, pronto ad essere usato. A causa del letargo di cui sopra non ho intenzione di portarlo in giro, inoltre è arrivato con la sua copertina TriCover azzurra fuori e giallo acido dentro, instagrammabilissima e perfettamente in tono con la casa. Per questo non ho fretta di dotarlo di una sua sim 3G e lo lascio vivere felicemente di solo WiFi, ma per i più girovaghi esiste un modello che supporta anche l’LTE. In compenso lo schermo da 10′ è fantastico sia per guardare Netflix che per leggere. E grazie alla Z Stylus ho eliminato fogli e foglietti sparsi (quello che serve lo sincronizzo con il mio account e me lo ritrovo nel telefono – grazie google! grazie android!).
Mi fido a lasciarlo vicino a gatti, tazze piene di liquido bollente, tenendolo in mano mentre rischio di crollare addormentata? Ovviamente no, ma sono i rischi del mestiere baby. In ogni caso, è coperto dalla ZenCare+: per un anno intero Asus si impegna a sostituirlo in caso di danno accidentale, mentre invece in caso di difetto tecnico non solo il prodotto verrà riparato ma sarà rimborsato interamente anche il prezzo di acquisto.
E anche questo contribuisce ai sogni tranquilli. Buon letargo!
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