Kim the Dishwasher

Per una volta non scrivo una storia inventata. Perché ieri sono successi degli abbracci veri, e meritano una storia vera.
C’è questa canzone suonata da questi ragazzi. Ed è la mia canzone preferita. Anche se c’è chi può giurare di avemi sentito preannunciare “ecco, la mia preferita!” all’attacco di ogni canzone del concerto di ieri sera.
Per una volta scrivo della canzone che metto nel post, senza lasciare che sia solo una curiosità o un sottofondo.
Ieri sera è successo quello che succede in questa canzone esattamente al minuto 3.36:
turururuttu-tu-ruru-ru
un inciso semplicissimo, che dà senso a tutto quello che è successo prima e prepara alla conclusione.
Insomma, io questi ragazzi non li conosco mica bene. So che suonano, conosco le loro canzoni, so che il batterista sta per lasciare il gruppo perché lo hanno raccontato, mentre un po’ piangevano e un po’ suonavano e un po’ erano agitati, e io intanto ballavo e saltavo e cantavo tutte le canzoni come se ognuna fosse la mia preferita, ed era dolce e forte, proprio  come deve essere un abbraccio.
E quando hanno finito di suonare e stavano smontando pezzi di strumenti, e hanno anche macchiato il tappeto di una ragazza che abita vicino a dove era il concerto, perché la batteria si muoveva e allora le hanno chiesto un tappeto in prestito da metterci sotto e sono andati a casa sua a prenderlo e poi ci si è rovesciato sopra del vino o del rum e coca, insomma: mentre succedeva tutto quello che succede dopo la musica ho incrociato Chri che suona la batteria e sta per lasciare il gruppo, ed è successo che ci siamo abbracciati.
turururuttu-tu-ruru-ru
Un abbraccio bello, forte e dolce come deve essere la musica quando con un inciso semplicissimo fa prendere  un senso a tutto quel che è successo prima e prepara alla conclusione.
E’ stato emozionante.
E io quando mi emoziono non so scrivere bene, non so più scrivere storie belle e inventate. Non so esporre con un senso compiuto e chiaro quello che succede, le cose che finiscono, i momenti di gioia, le nostalgie, non so mettere in una storia spiegata bene quello che sento dentro un abbraccio che ha la stessa forza e dolcezza di  quando ti viene  dato in regalo o in custodia un pezzettino di una storia che non ti appartiene.
Allora niente, la chiudo qui.
Basta una canzone stasera. Ci sono dentro talmente tante storie che è inutile aggiungere nulla di più.
Turururuttu-tu-ruru-ru: minuto 3.36.

Per una volta non scrivo una storia inventata. Perché ieri sono successi degli abbracci veri, e meritano una storia vera.
C’è questa canzone suonata da questi ragazzi. Ed è la mia canzone preferita. Anche se c’è chi può giurare di avemi sentito preannunciare “ecco, la mia preferita!” all’attacco di ogni canzone del concerto di ieri sera.
Per una volta scrivo della canzone che metto nel post, senza lasciare che sia solo una curiosità o un sottofondo.
Ieri sera è successo quello che succede in questa canzone esattamente al minuto 3.36:
turururuttu-tu-ruru-ru
un inciso semplicissimo, che dà senso a tutto quello che è successo prima e prepara la conclusione.
Insomma, io questi ragazzi non li conosco mica bene. So che suonano, conosco le loro canzoni, so che il batterista sta per lasciare il gruppo perché lo hanno raccontato, mentre un po’ piangevano e un po’ suonavano e un po’ erano agitati e io intanto ballavo e saltavo e cantavo tutte le canzoni come fossero la mia preferita, ed era dolce e forte, come proprio deve essere un abbraccio.
E quando hanno finito di suonare e smontavano pezzi di strumenti, e hanno anche macchiato il tappeto di una ragazza che abita vicino a dove era il concerto, perché la batteria si muoveva e allora le hanno chiesto un tappeto in prestito da metterci sotto e sono andati a casa sua a prenderlo e poi ci si è rovesciato sopra del vino o del rum e coca, insomma: mentre succedeva tutto quello che succede dopo la musica ho incrociato Chri che suona la batteria e sta per lasciare il gruppo ed è successo che ci siamo abbracciati.
turururuttu-tu-ruru-ru
Un abbraccio bello, forte e dolce come deve essere la musica quando con un inciso semplicissimo fa prendere senso a tutto quel che è successo prima e prepara alla conclusione.
E’ stato emozionante.
E io quando mi emoziono non so scrivere bene, non so più scrivere storie belle e inventate. Non so dare un senso compiuto e chiaro a quello che succede, alle cose che finiscono, ai momenti di gioia, alle nostalgie, a quello che sento in un abbraccio che è come se mi venisse dato in regalo un pezzettino di una storia che non mi appartiene.
Allora niente, la chiudo qui.
Basta una canzone stasera. Ci sono dentro talmente tante storie che è inutile aggiungere nulla di più.
Turururuttu-tu-ruru-ru: minuto 3.36.

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