Il mare, le Dolomiti, i fossili delle vongole
Sono arrivata a casa e ho i gatti che mi miagolano contro di cattivo.
Hanno anche ragione, eh. È che questo 2013 mi è piombato addosso un po’ all’improvviso con un po’ troppe novità e un po’ troppo tutto insieme.
Tipo che non esistono più le settimane perché adesso ho un lavoro nuovo fighissimo e quindi sto tutto il giorno finché è buio su una scrivania bianca bianca enorme a immaginare il mare (il mio lavoro consiste propriamente in questo: immaginare il mare. Ve l’ho detto che è figo) e poi invece nei fine settimana mi capita di fare cose assurde. Tipo negli ultimi due giorni sono stata nel 1987 a sentire un concerto e poi a filmare gente che faceva filmati. Quello prima sono andata a mangiare le vongole vicino a Rovigo e a sentire un altro concerto che in realtà non era un concerto ma un regalo di compleanno. E quello prima ancora mi hanno portato sulle Dolomiti e.
E.
Io non ci ero mai stata sulle Dolomiti, non sapevo nemmeno di cosa fossero fatte (e ancora non mi è chiaro, perché sono tutte ricoperte di neve e sotto non si sa cosa ci sia). Però ho imparato che una volta erano scogliere e che infatti se cerchi bene sotto la neve e sei fortunato puoi trovare dei fossili marini.
Suggestionata da questa immagine dei fossili credo di aver anche sognato delle meduse che facevano lo slalom gigante.
Invece ho scoperto che la vera medusa sono io, e che ho i muscoli di gelatina: però sono muscoli con una memoria pazzesca perché dopo più di quindici anni si ricordavano ancora come si fa a sciare. Magari non con un grandissimo stile, ma hanno fatto il loro mestiere nel riportarmi integra giù per le piste.
Fortunatamente i miei compagni di avventura non erano molto più esperti di me nelle cose di montagna. Fortunatamente avevano anche un buon senso dell’umorismo con cui sopperire alle carenze cognitive di base, come si può apprezzare nel videodocumentario allegato
Poi invece ho fatto anche delle cose a me molto consone, tipo andare a vedere le renne, mangiare come un pozzo senza fondo delle cose buonissime, stare a mollo nella piscina riscaldata all’aperto, farmi fare i massaggi.
Altre cose a me molto meno consone: scendere con lo slittino di notte in mezzo agli alberi al buio e con solo una lucina da talpa minatrice legata precariamente sulla fronte. Oppure scendere in una specie di pista per le biglie gigante con un dislivello di 800 m e nove curve a cavallo di una pala da neve: il terrore puro. La cosa strana è che non solo ho fatto tutto ciò, ma che lo rifarei pure volentieri!
Ovviamente non ero sola: c’erano Barbara e Christian, impareggiabili guide di DolomitiSuperSki, i maestri di sci Alfred e Albert (che nella mia mente si sono fusi in un’unica entità indistinta, Alfred&Albert), le infaticabili organizzatrici e gli altri bloggherz compagni di avventura. In realtà io mi sentivo un po’ una privilegiata per essere stata invitata a partecipare a questa cosa, e quindi quando non ero impegnata a mangiare come un tirannosauro o a mantenermi in equilibrio precario su qualche mezzo di scivolamento per guadagnare il fondovalle mi guardavo attorno con gli occhietti sbrilluccicanti e il sorriso da orecchio a orecchio amando fortemente qualunque forma di vita mi capitasse sotto gli occhi.
In particolare ho amato tantissimo il falchetto avvistato dopo sette ore di pullman, anche se con il senno di poi credo di essermi sbagliata e che fosse in realtà un guanto appoggiato su un palo.
Potete apprezzare nella cartolina qui a fianco il mio bel faccione soddisfatto per aver portato a casa la pelle dopo le discese ardite e le risalite, bardata di caschetto-del-non-si-sa-mai e videocamera superprofessionale (grazie a Elisabetta Ferrari aka Artemisia per il prezioso documento). Se volete vedere un sacco di altre bellissime fotografie potete andare qui dove c’è tutto il reportage della bravissima Leonora Giovanazzi aka Lyonora.
Insomma, i gatti mi miagolano contro di cattivo perché non gli ho portato nemmeno un mucchietto di neve e si sono messi in sciopero delle fusa finché non porto anche loro a vedere di cosa sono fatte le Dolomiti. Penso che per l’estate si possa organizzare un altro giro, no? Io ci tornerei di corsa.
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