Il libro degli specchi

“Accademia e Delitto”: secondo me dovrebbe diventare una categoria narrativa a sé, tipo “Cappa e Spada”. Inutile dire che io sarei la più grande fan di sempre. Si aggiunga inoltre un bel po’ di suspance e lasciar rosolare a fuoco lento in un incastro di scatole cinesi: ecco un libro che parla della scomparsa di un libro che parla di un delitto commesso anni prima ma che diventa a sua volta il centro di una vicenda poco chiara e potenzialmente pericolosa. Secondo me e secondo i miei gusti ci siamo, ci siamo molto.
Il libro degli specchi inizia come una passeggiata nel tranquillo quartiere del thriller basato su un “cold case” e finisce per essere una galoppata a perdifiato nella mente umana. La facilità con cui si possono manipolare ricordi e intenzioni è la chiave della caccia al tesoro in tre tappe: che fine ha fatto il finale del manoscritto giunto sulla scrivania dell’agente letterario Peter Kats? E che fine ha fatto il libro a cui il manoscritto fa riferimento? Solo seguendo queste tracce di inchiostro sarà possibile scoprire cosa è successo davvero la notte di trent’anni prima, in cui uno dei più autorevoli professori di Princeton viene ucciso nel suo studio.
Ritmo incalzante, storia super stuzzicante, velocità di esecuzione e carinerie noir: questo libro ha tutto quello che si può desiderare per qualche ora di completa immersione in un altro mondo.
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