Il gruppo

“Il gruppo” racconta quella storia che per età anagrafica ho solo sfiorato, senza mai viverla, anche se tutta la mia formazione ne ha subito l’influenza fortissima. Due adolescenti, Roddie e Fran, si incontrano a scuola, all’inizio degli anni ’80, a Luton (sì, la cittadina industriale in cui adesso arrivano i voli low-cost per Londra). Tutti e due vengono da situazioni familiari complesse e pur essendo molto diversi trovano nella musica uno sfogo dalla realtà e un modo di legare. Il mondo è una playlist infinita, gli strumenti per comprenderlo sono David Bowie, Patty Smith, i Velvet Underground, Costello. La storia del gruppo si complica e si amplifica quando entrano a farne parte i due gemelli: Trez, che sarà il grande amore idealizzato di Roddie, e Sean, il bravo ragazzo affidabile e solare, così diverso e lontano dagli enigmi esistenziali di Fran. Il gruppo attraversa fasi alterne di successo e disillusione, che lo porteranno nell’arco di 25 anni a sciogliersi e riformarsi, dagli squat delle periferie Londinesi all’East Village di NY, dall’abuso di droghe alle trincee di incomprensione che la vita adulta scava fra i suoi componenti che però non possono fare a meno di sentirsi parte di un unico organismo: The Ships, il gruppo.
Molto bello, una piccola gita in quel passato che sembra già lontanissimo a causa di tutto il carico di nostalgia che gli stiamo riversando sopra, ma con un’attenzione e una precisione nello sviluppo dei protagonisti e dei loro rapporti che fa quasi male.
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