Due verticale

Due protagonisti meravigliosi e una storia che sarebbe semplicissima e lineare ma che viene complicata dalle loro menti troppo attive. Stanley e Vera si incontrano da ragazzini alla finale statale della gara di ortografia. Disadattati, involuti, rispecchiano la quintessenza del nerd e non possono che arrivare in fondo alla gara a pari merito. Troppo abituati alla solitudine non riescono a capire subito se il loro legame sia dato solo dalle contingenze o se sia una vera affinità elettiva: resta il fatto che entrambi sopperiscono con la genialità alle loro incapacità sociali. E così, incontro dopo incontro, il loro legame diventa sempre più speciale finché non scoveranno il modo di utilizzarlo come grimaldello per sfuggire all’oppressione delle loro vite. Messo a punto lo stratagemma si dividono nuovamente, liberi, moralmente pronti ad affrontare la vita ma completamente disequipaggiati per farlo. E mentre le esperienze si accumulano e li rendono adulti, mentre imparano altri modi di relazionarsi con le persone e con gli ambienti che frequentano, torna sempre più pungente il bisogno di capire quale sentimento li ha legati, se sia ancora vivo. Inizia quindi una specie di caccia al tesoro, una serie di indizi e inseguimenti lasciati nei cruciverba quotidiani dei giornali di tutto il paese.
Bello, raccontato bene, per nulla banale. Alcuni passaggi sono emotivamente molto coinvolgenti e efficaci grazie allo stile pulito e puntuale. Una bellissima scoperta.
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