Dove eravate tutti

Italo Tramontana ripercorre gli anni feroci della sua crescita, avanti e indietro tra la vicende private e familiari e le questioni di politica e società italiane. Si cerca, cerca di carpirsi, cerca di capire il padre, insegnante da poco in pensione che sembra non aver retto al peso di anni di vessazioni e un giorno compie un atto sconsiderato che costringe tutta la famiglia Tramontana a tornare a guardarsi. “Dover eravate tutti” è la domanda che Italo rivolge agli adulti che hanno permesso la seconda repubblica, il berlusconismo, gli attentati alle torri gemelle, tutto quello che ha segato in due la sua esistenza tra un prima semplice e protettivo e un dopo caotico, doloroso in cui affondano le radici tutti i drammi del presente. E così tra una madre in fuga e un padre scosso dall’umiliazione Italo è costretto a prendere atto della nuova forma della sua famiglia, e scopre che la forma precedente in realtà non era più corretta, era solo una sua idea che si è compromessa perché per troppo tempo non è stata misurata sul reale. E in questa presa di coscienza lunga e complicata, che parte dal cercare le colpe degli adulti e arriva al definire cosa si è non per sé stessi ma in relazione agli altri con uno scambio dei ruoli ormai assegnati di chi protegge chi e chi sostiene chi, c’è il processo del diventare adulti. Un cerchio che si chiude quando Tramontana torna vicino alla sua Scirocco, bambina che riemerge da un passato lontano e idealizzato per concretizzarsi in una forma nuova e inaspettata. E la domanda “Dove eravate tutti” a questo punto non è più l’accusa per chi ha lasciato che tutto quello che è successo succedesse, ma un sincero stupore di fronte ai cambiamenti che seguono processi sotterranei e misteriosi e poi si manifestano all’improvviso.
Io se sapessi scrivere, ma credo di averlo già detto, vorrei saper scrivere come Paolo Di Paolo quindi indipendentemente da questo spataffio incomprensibile vi consiglio caldamente di prendere qualcosa di suo e lasciarvi consolare, questo oppure Mandami tanta vita di cui non ho scritto mai per timore reverenziale a parte le minuscole note nel link e che è uno dei migliori libri che abbia letto negli ultimi anni.
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