Di giornate, pensieri e spaghetti

Le giornate sono troppo lunghe quando non si ha nulla da fare e si devono tenere a bada i pensieri.
Le giornate sono troppo lunghe, o forse sono i pensieri ad essere troppo lunghi, qualche volta.
Pensieri lunghi come spaghetti, e nemmeno si attorcigliano alla forchetta: devi spezzarli se non ti vuoi strozzare.
Succede che a volte i pensieri lunghi li vorresti anche spezzare, ma non ci riesci perché hai paura che facendolo non riusciresti a ridurli in pezzi regolari, precisi, così da poterli gestire e non rovinare. E allora ti limiti a stenderli sul tavolo, uno in fila all’altro. Li dipani dal groviglio in cui si sono avviluppati e provi a fare un po’ di ordine.
Ci sono i pensieri gialli, quelli che sanno di promessa futura, di estate e sole, di abbracci caldi e sorrisi.
Ci sono i pensieri blu, che sono un po’ tristi e malinconici, o forse hanno solo freddo.
Ci sono quelli rossi, delle litigate fatte e di quelle represse, delle arrabbiature ingoiate e quelle esplose, dei baci morsi sulle labbra e di quelli che non sono ancora finiti.
E poi ci sono i pensieri a strisce, che mischiano un po’ di dolcezza e un po’ di dolore, un po’ di speranza e un po’ di inquietudine, un po’ di gioia e un po’ di preoccupazione.
Quando hai finito di stenderli tutti, ti accorgi che ci sono anche i pensieri neri, e sono quelli che fanno un nodo attorno a tutti gli altri, e li mischiano e li rendono confusi, e continui a seguirli in ogni curva e in ogni nodo per cercarne il capo e sciogliere tutto, mentre il tempo passa e scorre lento e ti sembra che non troverai mai la fine.
E’ quando ti metti a seguire il nodo di questi pensieri neri che le giornate diventano ancora più lunghe: è un’attività che dilata il tempo e non produce soddisfazione, prolunga la noia e la disperazione e assorbe ogni energia.
Allora quello che puoi fare è mettere via tutto, aspettare che sia mattina e ci sia più luce per vedere bene le cose. Puoi prendere un filo nuovo, bianco, e usarlo per creare un disegno nuovo, che abbia dentro un po’ di sole, il ricordo di un brivido di freddo e la promessa di un bacio. Oppure puoi perdere la pazienza e decidere che non importa, per una volta puoi anche provare a rovinare tutto. e prendere questi fili neri e tirarli con forza finché non si spezzano, o aiutarti con un paio di forbici, con i denti, con un coltello.
Perché i pensieri lunghi, quelli che avvolgono le giornate di autunno in un groviglio che strozza la gola e stringe lo stomaco, sono quelli che faresti di tutto per mandarli via, e non sono nemmeno buoni per farci una sciarpa da tenersi al caldo la gola o un tessuto prezioso per ricoprirci un cuscino su cui riposare.
E allora vedi bene che non serve prestare mille attenzioni? a volte i pensieri se sono troppo lunghi va bene anche spezzarli, anche sciuparli, anche sfilacciarli. Così da inutili diventano almeno innocui.
Se riesci a spezzarli, i pensieri così lunghi smettono di sembrare serpenti o corde e diventano pagliuzze colorate, che fanno sorridere, e i pezzettini si mischiano come le pietruzze nel caleidoscopio e la paura cede il passo allo stupore.
Ed è già ora di cena.

Questo post è stato scritto a 4 mani con Millimetrica, che scioglie e riannoda pensieri come fossero trecce di principesse

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