Daniela Spector
“Suonami quello dei due che ti viene meglio”
L’insegnante sta in piedi appoggiata al termosifone, dando le spalle alla finestra. “Com’è insicura questa” pensa mentre aspetta che l’allieva imbracci il violino e inizi a suonare.
“Forza, fammi sentire quello che preferisci, quello che hai studiato di più”
Non è facile essere sempre incoraggianti, essere sempre positivi. A volte i ragazzini hanno dei vuoti dentro che si mangiano ogni certezza, e gli insegnanti devono capire dove sono questi vuoti e colmarli. Oppure, ma solo quelli veramente bravi, provano a spiegare come si salta oltre i vuoti, scavalcandoli con un balzo. E’ così insicura questa. Forse non si è preparata. Ha quell’aria concentrata che hanno sempre prima di tirare fuori una scusa. Deglutisce, ecco: si morde anche il labbro. Non ha studiato abbastanza, lo sa. Non bisogna forzarla, deve sentirsi a proprio agio. L’insegnante fa un passo verso la ragazzina, china appena la testa di lato per cercare di incrociare il suo sguardo che invece resta fisso sulla punta delle scarpe.
“Forza, non ti preoccupare: scegli tu il tuo preferito, quello che hai studiato di più. Se viene male lo ripetiamo, è normale”
“Non lo so”
“Non ti mangio mica. Avanti”
L’allieva imbraccia il violino, senza troppa convinzione. Ci vuole tanta pazienza. Anche quando non si esercitano e stonano in modo terribile. Vanno sempre incoraggiati, sempre. Altrimenti non supereranno mai le loro incertezze e le loro fragilità e finiranno a fare gli insegnati frustrati, rimpiangendo ogni giorno il coraggio che manca a salire sul palco esposti e vulnerabili, forti solo della propria sicurezza. Ma anche la sicurezza si costruisce con gli anni, come la tecnica, come il bel suono: con la costanza di sapere che si sta facendo bene, con il sostegno di chi sta attorno. E’ faticoso essere sempre incoraggianti, pensa l’insegnante, ma è necessario.
“Scegline uno. Quello che ti viene meglio. Quello di cui sei più sicura”
“Ma a me… a me vengono bene tutti e due”
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