Dammi più voce

Martedì è stata la festa del papà. Io l’ho chiamato per dirgli che avevo ricevuto un CUD e se potevo passare a consegnarglielo, perché faccio parte di quella categoria di giovani donne emancipate che però non è in grado di gestire i propri documenti e quindi si fa fare tutto da papino, però degli auguri mi sono dimenticata.

Mercoledì era la giornata internazionale della felicità. Ti dirò: un cielo grigio, una pioggia, un non volersene più andare dell’inverno che, secondo me, visto che era la prima edizione di questa nuova cosa, già l’anno prossimo si guarderanno bene dal rifarla.

Oggi invece è un’altra giornata importante: è la Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down.

Purtroppo sono ancora innumerevoli i casi in cui, a causa di pregiudizi, le persone con sindrome di Down si vedono negare dei diritti fondamentali come il sostegno scolastico, interventi riabilitativi, un lavoro. La loro voce non può restare inascoltata. Per questo CoorDown Onlus ha lanciato una campagna di sensibilizzazione a cui aderisco volentieri.

Il tema della campagna è “Dammi più voce”, e ovviamente ha anche il suo bravo hashtag #dammipiuvoce che noi gente dell’interntez possiamo diffusamente utilizzare. Quindi oggi se mi seguite sul tuittèr mi vedrete utilizzare questo tag (e spero di non essere la sola a farlo), per mettere in evidenza tutte quelle situazioni in cui ci troviamo quando cerchiamo di richiamare l’attenzione e la nostra voce non viene sentita.

E visto che la giornata è talmente appena cominciata che in realtà è ancora notte, adesso c’è ancora abbastanza silenzio per una cosa. Una cosa delicata, fatta con poca voce, e che si può apprezzare solo nel silenzio. Poi domani con il sole (si spera) e i rumori e il traffico e i clacson e i tram che ringhiano frenando sulle rotaie, domani e dopodomani e poi ancora sarebbe utile davvero se ci impegnassimo a dare più voce a chi ne ha poca, per superare il rumore e permettere a chiunque di esprimersi e agire, per dare a chiunque gli strumenti per farsi sentire e rendere il mondo un posto un pochino più equo, più vario, un pochino più bello.

Adesso, Puccini.

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