A caccia di foto con la G7x

Non so se conoscete Giulia la Vyrtuosa. Se siete fortunati e la risposta è sì sapete anche che è una di quelle persone in grado di farvi fare cose assurde e lontanissime dal vostro essere più intimo e profondo, come per esempio andare a correre al parco oppure passare una domenica pomeriggio a HOMI, la fiera dedicata agli stili di vita. Per il primo punto sappiate che lei è la responsabile di tutti i post di runtastic che vedete nei miei social (ahr ahr, tanto adesso non li condivido più). Per il secondo punto invece è sempre lei la responsabile di avermi tirata fuori dal piumone e gettata in mezzo alla gente di domenica pomeriggio. Grandi traumi.
L’occasione in realtà è particolarmente ghiotta perché mi sembra finalmente il momento irrinunciabile per fare un po’ di pratica con la mia ormai fedelissima G7x. Al momento avevo fotografato solo cose in movimento quali persone e gatti: entrambe le tipologie di soggetto hanno il grave difetto di muoversi troppo, quindi data la mia lentezza e imbranataggine i risultati dei miei sforzi fotografici è meglio che restino per ora chiusi nel più recondito andito del mio hd.
“Però una fiera sugli stili di vita mi darà un sacco di oggetti fermi su cui finalmente sperimentare al meglio le magie della profondità di campo“, pensavo.
“Questa per me nuova dimensione espressiva, in cui si abbandona l’effetto instagram bidimensionale e si crea quel magnifico senso di profondità nelle foto. Uau. Sono emozionata: voglio provarci. E poi visto che il tempo fuori continua a fare schifo finalmente ci saranno un sacco di luci artificiali che renderanno il tutto molto più facile!” esclamavo garrula, prima di essere bruscamente informata che no, pure la luce naturale più schifosa e spiovigginante è meglio dei fari artificiali da fiera campionaria.
E vabbè, sono tutti nati saputi qui, fatemi godere il mio essere principiante e ignorante.
Parto dunque per quella che ha tutta l’atmosfera di una vera e propria battuta di caccia. Armo la G7x e mi avvio in cerca delle mie prede.
Ma disdetta! Raccapriccio! Un intero stormo di polli e paperi coloratissimi appesi a testa in giù e riempiti di sacchetti, oppure infilati in borse di carta pronti per essere portati via. Chi può aver commesso un crimine tanto efferato? Siamo arrivate in cerca di prede e invece ci troviamo a dover inseguire un malandrino!
Ci mettiamo sulle tracce dello spennapaperi nella speranza di coglierlo in flagrante, o quantomeno di essere portati al luogo in cui questi pacifici volatili patchwork pasciono felici in modo da poterli fotografare in circostanze meno drammatiche. E da battuta di caccia questo diventa subito un reportage di denuncia. Seguiamo gli indizi.
Quest’uovo colorato ci sembra incontrovertibilmente legato alla strana razza di polli. Ci addentriamo sempre di più nel bosco seguendo una pista fatta di uova, colori pastello e fantasie patchwork.
Ci imbattiamo in lui: il gufo omertoso. Sta sui rami, vicino a delle uova a pois, ma non ci dà nessuna indicazione utile. Decidiamo di procedere, raccogliendo sempre più prove, decise ad arrivare in fondo a questa strana storia.
La vegetazione si fa sempre più folta. Il gufo basito ci guarda con i suoi occhioni spalancati e ci invita a proseguire sempre più nel cuore del bosco. Andiamo avanti circospette, l’aria si fa più fredda, un sentore di neve nell’aria, un’atmosfera di tundra e magia. Non ci lasciamo impressionare e andiamo avanti nella nostra caccia.
È decisamente l’anno del gufo. Questo però presenta un piumaggio folto e morbidissimo. Ha l’aria scontrosa ma noi non ci facciamo intimidire e LO ACCAREZZIAMO LO STESSO. Awww, una sensazione di tenerezza infinita e ginocchia molli, ma abbiamo una missione da portare a termine: scoprire cosa sia successo ai polli, dovessimo anche interrogare tutti i gufi del circondario.
L’atmosfera si fa sempre più strana. Le betulle dai rami bianchi brillano in modo innaturale. Strani frutti magici pendono dai loro rami. Improvvisamente ci sentiamo più felici, è come tornare a essere bambine…
È come Natale! Siamo a gennaio, le feste sono appena finite, ci eravamo appena messe in tasca la delusione di dover aspettare altri undici mesi e mezzo per rivedere luci e decorazioni, e invece: sorpresa! Tutto brilla di neve e di colore, reti da pescatore catturano i pensieri e li fanno dondolare dai rami dei sempreverdi come strani frutti o offerte votive.
Tutto brilla, palle di vetro e rami colorati, sembra di essere in un sogno di fate. Una enorme ghianda scintilla tra i rami di una quercia illuminata. Sembra fuori posto in un sistema solare immaginario. La stacchiamo con delicatezza dal ramo, un gesto istintivo, penseremo poi a come farne buon uso. Ma l’occasione si presenta subito: ghiotta e tenera come lui.
Soffice e svelto sbuca tra i rami innevati, candido come la neve lui stesso: uno scoiattolo polare dal muso furbo e le orecchie dritte reclama la sua ghianda. In cambio ci promette che potrà aiutarci a scovare l’ammazzapolli. Prima però lo accarezziamo per circa un quarto d’ora perché è davvero troppo, troppo, troppo morbido. È irresistibile. Veramente.
Finito il tempo delle smancerie e divorata la ghianda lo scoiattolo ci fa segno di avvicinarci. Piano. Più piano. Senza far rumore. Passi cauti attorno all’albero, piedi freddi nella neve alta.
Sh.
Shhh.
Ah!
Risolto il mistero. Potevamo immaginarlo: la volpe dalle orecchie di brillante è il nemico naturale del pollo patchwork!
Piano piano ci allontaniamo per non svegliarla dal suo pisolino.
Torniamo nel mondo reale.
Prima in realtà ci fermiamo ad abbracciare un paio di orsi a grandezza naturale e fare delle foto con Babbo Natale ma queste cose non fanno più parte della storia e del reportage d’inchiesta e soprattutto le terrò come arma di ricatto nei confronti di Giulia CHE NON SI SA MAI.
Arrivata a casa riguardo le foto: decisamente gli animali di panno e di legno sono più facili da fotografare dei miei due gattacci indemoniati. Però mi pare che anche con le luci artificiali sparate e impietose il risultato non sia male, no? I colori sono bellissimi. Sembrano quelli di un sogno di Natale fuori tempo massimo. Una concessione alla magia, una proroga inaspettata, un tenerissimo regalo.
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