5 buoni motivi per non scrivere dei propri ex sul blog

“Ma perché non scrivi mai dei tuoi ex?”

(Non che nessuno me lo abbia mai chiesto davvero, ma chi ha mai detto che ad una domanda inesistente non si possano comunque dare delle risposte sensate)

Ecco perché

1. Manca il contesto giusto. L’aneddoto tanto divertente che racconto all’amica del cuore nella protettiva intimità delle quattro pareti della sua cucina mentre sorseggiamo tisane non può essere sradicato da quel contesto di confidenza e di conoscenza dei pregressi e dei postumi e gettato in pasto alla rete, nuTo e cruTo. Non si fa. Bisognerebbe contestualizzare per bene, dare il quadro dell’epoca e della situazione, descrivere in modo efficace i dettagli del carattere e tratteggiare con sagacia il gesto e i tic relazionali, le piccole manie, le loro ripercussioni, le fasi della rottura, i gradi e le sfumature dell’esasperazione. Francamente non ne ho il tempo, e già solo l’idea mi ha fatto venire i sensi di colpa riguardo a come avrei dovuto impiegare tutto quel tempo passato in mezzo a quanto appena elencato.

2. La conta. Ogni nuovo fidanzato verrebbe a indagare sul mio passato sentimentale. E solo pochi uomini avrebbero la profondità di pensiero di comprendere come l’elenco delle mie disavventure amorose dipenda solo dalla SFIGA (perché non ci si spiega altrimenti come un fiorellino come me sia potuta passare attraverso le sgrinfie di tali e tanti individui di dubbi spessore e moralità). La maggior parte degli uomini si fermerebbe ad una mera questione di computo quantitativo dell’acqua passata sotto i ponti (mai metafora fu usata in modo più infelice) e SBAGLIARE COMUNQUE IL CONTO essendo gli aneddoti/individui davvero inenarrabili addirittura di più di quelli di cui, sebbene con qualche remora, potrei raccontare.

3. Potrebbero sempre chiedermi di scrivere un libro, un domani. E non voglio bruciarmi la storia di quando frequentavo contemporaneamente due ingegneri meccanici entrambi di nome Andrea e del giorno in cui decisero di farmi una sorpresa venendo entrambi ad aspettarmi all’uscita da scuola.

4. La trappola del monocampanismo. Ossia: “questa è la tua campana, per avere una versione obiettiva dei fatti bisognerebbe ascoltare cosa dice in proposito il tuo ex”. Ossia: non mi sento pronta ad affrontare il moralismo dei commenti che fioccherebbero come pollini nella stagione dell’inseminazione del bastiancontrarismo per cui quando dovessi raccontare di quell’ex che mi lasciò sola abbandonata al buio e al freddo sotto la pioggia in mezzo ad una strada il commento del monocampanista et bastiancontrario sarebbe, puntualmente: “questa è la tua versione. probabilmente lui direbbe che era giorno, quindi c’era luce, non pioveva, e se ti ha lasciata in mezzo alla strada un motivo valido doveva pure esserci”. E si finirebbe così per parlare di me. Dei miei limiti e della mia incapacità di essere la donna ideale di pinco o di pallo mentre no, il punto era: vi racconto perché pinco e pallo sono degli psicolabili e la prova finale e definitiva di ciò è che non mi ritenevano perfetta e meravigliosa. C’è in questo punto n° 4 un po’ di vigliaccheria, lo ammetto. Ma in fondo sono già una donna perfetta e meravigliosa il cui equilibrio è stato già duramente messo alla prova dall’aver avuto a che fare con torme di uomini crudeli e/o psicolabili quindi una debolezza (a riprova della mia totale onestà intellettuale, per altro) me la si può concedere.

5. Luigi*: non so se lo hanno lasciato tornare dalla legione straniera e non vorrei che si riaprissero antichi tormenti nel caso leggesse. O forse non era nella legione straniera ma in libertà vigilata con obbligo di firma, ora non ricordo, ma c’era sicuramente un motivo eticamente molto forte per cui avrei fatto bene a lasciarlo fuori da questa cosa dello spiattellamento dei fatti suoi in pubblico e di cui posso dire di essere già un po’ pentita.

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*questo nome è ovviamente un nome di fantasia, anche se Luigi come nome è piuttosto comune ma questo è ciò che i giornalisti veri fanno quando devono proteggere l’identità di qualcuno: gli danno un nome di fantasia che in realtà è un nome comunissimo che io dico, fantasia per fantasia, dì che si chiama Pilosfrato, o Folcetrello, o Spancresto.

2 Comments on 5 buoni motivi per non scrivere dei propri ex sul blog

  1. Ahahahah. Io sono notoriamente del partito ‘parlare di tutto anche se in modo ermetico’. Ma devo dire che le tue ragioni sono sostanzialmente inoppugnabili e formalmente espresse ineccepibilmente. E anche in modo da strappare un sorriso. Per il quale devo ringraziare i tuoi ex, suppongo 😀

  2. Io ho almeno 10 post non pubblicati, proprio per i motivi che elenchi tu. Qualche volta ho dei ripensamenti, poi desisto.

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