Cuore di ghiaccio

Il giorno freddo e ventoso dei funerali di Julio Carrion nel cimitero del piccolo paese di montagna, ai due lati della fossa, si trovano la vedova con i figli da un lato e gli anziani del villaggio dall’altro. Solo Alvaro, il più giovane degli eredi maschi della famiglia Carrion, sembra accorgersi della bella e giovane sconosciuta che si tiene in disparte e osserva la scena con attenzione. Da quel momento in poi la sua tranquilla vita di ricercatore scientifico è messa a repentaglio. Il passato della sua famiglia si intreccia pericolosamente con il suo futuro, verità tenute nascoste per anni tornano a galla: è la resa dei conti delle coscienze, un’allegoria di un paese dilaniato che ancora non è riuscito rimarginare gli strappi dolorosi della sua storia recente. Si apre così un racconto incredibilmente intenso e commovente, impossibile da riassumere in poche righe. Con un costante movimento tra il presente e il passato possiamo rivivere la storia di una famiglia e di tre generazioni, dalla guerra civile all’esilio, la seconda guerra mondiale, il tradimento, il franchismo, il ritorno. I personaggi hanno una forza narrativa devastane: Zia Paolma, Casilda, il Rospo, e poi Julio, così simpatico, simpaticissimo. L’Avvocato, che non piange mai, che sa che il suo destino è quello di essere tradito sempre, da tutti, eppure trova la forza e il coraggio di andare avanti senza piegarsi. E le nuove generazioni che vivono nello schiacciante confronto con i nonni e i genitori, con la consapevolezza di essere peggiori ma con il compito doloroso di comprendere cosa sia accaduto, in che modo, e perché. Un racconto potentissimo, epico, che però è solo un racconto di persone disperate e fragili. E quando pian piano tutti i pezzi del puzzle vanno al loro posto si compone una storia così semplice, minuscola: un meschino inganno da prestigiatore, una storia di persone come potrebbero essercene a migliaia. Una storia di persone a cui la Storia è passata addosso come un carro armato.