Vino, patate e mele rosse

Joanne HarrisUna favola raccontata da una bottiglia di vino: è così che inizia questo romanzo, pieno di magia e ricordi. Lo scrittore in crisi, la fuga da un’esistenza vuota, il rifugio nella nostalgia per le estati dell’infanzia, la campagna francese: ogni elemento di questo racconto è uno stereotipo. Eppure il personaggio di Joe Cox, grazie alla sua magia misteriosa e ai suoi intrugli fermentati, riesce a far superare il fastidio per la retorica e fa venire voglia di capire cosa stia per succedere ai protagonisti, e cosa gli sia già successo, e perché siano diventati come sono.  Leggere questo libro è proprio come bere uno degli intrugli di Joe: all’inizio il sapore è così melenso e dolciastro da creare un vero disagio, quasi disgusto. Ma poi piano piano si viene catturati da un’atmosfera ipnotica, dalla magia della scoperta lenta di piccoli dettagli che ricompongono un quadro. Delusione, speranza, senso di inadeguatezza, inganno, diffidenza, voglia di vivere. C’è dentro il sapore di tutto. Poca sostanza, d’accordo, ma il sapore c’è. Il profumo è buono. A volte può bastare.

Tre bottiglie su cinque.

 

photo credit: Plateau de Valensole via photopin (license)

 

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