I ragazzi Burgess

I ragazzi Burgess, Elizabeth Strout: cinque cuoricini su cinque.
Nessuno vuole mai credere che sia troppo tardi, ma lo sta sempre diventando.
Amo le storie incentrate sulle famiglie, e questa è una storia che parla di fratelli, di genitori, di mogli ed ex mogli, di figli, che ci siano o non ci siano più o non ci siano mai stati. E poi allarga questi legami ai posti, alla comunità di una piccola cittadina nel Maine, a NY, alla Somalia, alla Norvegia e la fa diventare una storia sull’appartenenza. Essere dentro o essere fuori dal cerchio di un legame, stretto o ampio a seconda dell’influenza che permettiamo che ognuno di questi elementi abbia sui sentimenti e sulle azioni. Diventa una storia sul riconoscersi, confrontandosi con quello che è estraneo e con quello che pensiamo di sapere e che il tempo può cambiare. E detto così sembra una roba di una pesantezza rara, invece è una bella storia, che ti appiccica alle pagine. Non tanto per vedere come va a finire, ma per il gusto di osservare i personaggi mentre sguazzano nelle loro vite e creano cerchi e onde che increspano le vite degli altri. E per la crudeltà del costante non capirsi, senza colpa.
I fratelli avevano parlato poco e negli ultimi minuti, mentre il sole tramontava, tra loro era calato il silenzio. Bob provava una felicità inesprimibile. Non si aspettava quella sensazione, e la sorpresa la rese più intensa. Guardò fuori dal finestrino le nere distese di conifere, i massi di granito disseminati qua e là. Il paesaggio che aveva dimenticato e che ora ricordava. Il mondo era un vecchio amico e l’oscurità due braccia che lo stringevano. Quando il fratello parlò, Bob udì le sue parole, eppure rispose, come noncurante:
– Che cosa hai detto?
– Ho detto che tutto questo è incredibilmente deprimente.
_______________________________________________________
Se questi appunti hanno smosso la tua curiosità, cliccando sui link qui sotto potrai acquistare una copia del libro nel tuo formato preferito, senza alcun sovrapprezzo e Amazon mi riconoscerà una piccola percentuale. Grazie.
Rispondi