Tre Canzoni
1)
Forse non significa nulla. Mi hai preso la mano che tenevo appoggiata alla tua gamba e l’hai stropicciata piano. Mi sono voltata per sorriderti, l’autostrada fuori dal tuo finestrino era uno sfondo in movimento fatto di campi monotoni e dei pali di sostegno dei cartelli della carreggiata opposta. Mi sono sporta per strofinare la testa sulla tua spalla, e tu hai iniziato a cantare la canzone che stava suonando nella mia testa, proprio dalla stessa esatta strofa a cui ero arrivata io. Forse non significa nulla, a parte confermare che la perfezione di quel momento non è stata solo un’impressione mia, ma che l’hai sentita anche tu.
2)
Non capisco le parole di questa canzone. Te le ho chieste, ma continui a dimenticarti di scrivermele. E allora l’ascolto senza sapere quel che vuol dire, e ad ogni ascolto ha sempre meno importanza capire cosa racconta perché piano piano diventa la mia canzone preferita. E non posso scrivere i versi sul diario, non la posso cantare sotto la doccia, non posso farci niente, dire nulla a nessuno, è solo mia e non si può raccontare in giro. Posso solo ascoltarla e innamorarmene sempre di più. Sai, forse se capissi di cosa parla non mi piacerebbe più così tanto. Sì, forse lo sai e stai facendo apposta a dimenticarti di scrivermi il testo. Forse si possono amare davvero solo le cose che non si comprendono del tutto. In fondo non è un po’ anche questo il significato di “incondizionatamente”?
3)
Ascoltiamo tutte le diverse versioni che esistono di questa canzone. Avvolti nei nostri pensieri speculari, nei giochi che capiamo solo noi, nelle autocitazioni, nei cenni veloci a scherzi che fanno ridere solo noi, come se non ci fosse altro fuori a cui dare più importanza e più peso. Ascoltiamo ancora una versione diversa, un’altra cover, e le parole restano sempre le stesse, e il resto del mondo non ci vede perché siamo lontanissimi ma se ci vedesse ora il resto del mondo griderebbe che siamo dei pazzi a stare in questo posto lontanissimo, di tornare, di scendere, che è pericoloso, non lo vediamo? che finiremo per farci del male, per cadere e sfracellarci con tutte le ossa e pezzi di ciccia e cuore e polmoni e fegatelli che si mischiano, di smetterla adesso e non fare gli scemi che è pericoloso, di scendere, adesso, subito, prima di subito, prima di cadere. Ma noi no, stiamo bene qui. Abbiamo un’altra versione da ascoltare, l’ultima dai, e tanto qui dall’alto di dove ci troviamo non ci vede nessuno, e da quassù non vediamo nulla di sbagliato, nulla di più importante per cui valga la pena scendere.
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