Straziami ma di tofu saziami

Ci provo sempre a trovare il mio faro nella chick lit italiana. Non intendo mollare. Giudicatemi pure, non mi interessa: a me interessa un genere ben definito, con delle strutture chiare e una sua dignità. E se ancora in Italia non abbiamo prodotto la nostra Sophie Kinsella o la nostra Marian Keyes è probabilmente proprio perché il genere non viene rispettato in sé, accantonato e svilito quasi fosse degradante cimentarvisi. Era la stessa cosa per il giallo, era la stessa cosa per il thriller, prima o poi ne sono sicura: arriverà il riscatto anche per noi.
Arriverà, ma purtroppo non con questo libro, che è comunque carino e divertente. Un po’ tanto stereotipati i personaggi, perché probabilmente “rispettare le strutture del genere” viene ancora poco emancipatamente inteso come “cadere nei più triti cliché”. Lui, bellissimo hippie metropolitano che crede molto allo stile di vita sano e vegano e meno all’igiene personale, incontra lei, giovane ruspante dalla vita incasinata che non perde l’occasione per incasinarsi ancora di più. Balli, sparizioni, drammi e incomprensioni finché qualcosa di molto grosso non costringe tutti a crescere un po’. Nel complesso il libro non è poi male: la storia è più bella del titolo, mettiamola così.
Ma ci arriveremo. Io lo sento, lo so, lo spero. E non mi arrendo.
Questo non l’ho ancora letto ma ovvierò al più presto. Io amo i chick lit, e se sei alla ricerca di articoli ‘nostrani’, ti segnalo la collana A cuor leggero, della cento autori. pubblicano proprio chick lit, io ho letto i primi tre, usciti in questi mesi, e li ho trovati tutti belli.