Sono una donna, non sono una santa. Guarda: di sicuro non sono una santa.
Apriamo quel lungo ed estenuante capitolo in cui mi dibatto tra l’incazzarmi per cose che davvero non mi interessano e sostenere che nonostante l’evidente incazzatura davvero non mi interessino per davvero ma davvero.
Nel senso. Ovvio che se ti incazzi per una cosa è perché a quella cosa ci tieni. Però invece a volte mi capita di incazzarmi anche per cose a cui non tengo assolutamente ma perché PER PRINCIPIO mi piace VIVERE MALE e rovinare le giornate a me e a chi mi sta attorno. Il che, se la rispettabilità delle scelte di vita si misurasse proporzionalmente alla quantità di adesioni riscontrate in termini assoluti o anche in percentuale, sarebbe non solo il modo più popolare ma anche il più giusto di affrontare le cose. Quindi. Dicevo.
A me del mio onomastico non me ne frega assolutamente niente. Mi fossi chiamata in qualsiasi altro modo sarei stata facilmente la prima a dimenticare di avere un onomastico, che poi qui è una cosa che proprio non si festeggia nemmeno per cultura. Però. Chiamandomi Valentina è difficile ignorare la ricorrenza. Quindi tutti voi che oggi non mi avete fatto gli auguri sentitevi pure liberamente delle merde. Ciao.
Rispondi