Programmi per il finesettimana passato

Quindi dichiaro concluso il periodo “ommioddio lavoro 16 ore al giorno non ho più una vita” e decido di ricominciare a comportarmi come l’animale sociale che mi dicono di essere e anche di iniziare non solo una frase, non solo un paragrafo ma addirittura un intero post con “quindi”.  La trasgressione, signora mia.

Capitolo I: consigli preziosi

Vi ritrovate nuovamente, disperatamente, annoiatamente, irrimediabilmente single alla soglia dei 26 anni (occhei, 28). Cosa potete fare, a parte abbassarvi l’età? Chiudetevi due giorni in un albergo con una sessantina di sgallettate in frenesia sposalizia. No, davvero. Giuro. Io sono stata allo Sheraton Malpensa a questo evento fighissimo organizzato dalla Stiletto Academy e chiamato Sì, mi voglio. Nonostante non solo non mi sposi (né ora né, inizio a credere, mai) ma anche le mie amiche abbiano smesso di invitarmi ai loro matrimoni (non mi spiego il perché, oltretutto. O mi sono comportata veramente malissimo a qualche matrimonio precedente MA NON CREDO, oppure inspiegabilmente le mie lamentele hanno sortito l’effetto sperato e finalmente vengo lasciata in pace a godermi i sabati tardoprimaverili spaparanzata al parco).

Un gineceo. Due giorni passati tra trattamenti di benessere, corsi di cucina, smaltini, cremine, lezioni di trucco e di burlesque. E le sposine e le loro amiche… tutte deliziose. Siccome io ero lì in qualità di imbucata amica delle organizzatrici e con il preciso scopo di dare una mano, tra un frullato detox e una puntata dal parrucco, ho socializzato con i diversi gruppi di nubilande: è stato terapeutico. In due giorni interi non si è MAI parlato di uomini. Nemmeno per sbaglio, nemmeno per scherzo, e il mondo non ha ancora imparato quanto abbia bisogno di questo ora.

Inoltre ho scoperto di avere delle doti inespresse da artista del burlesque, quindi potrei anche decidere di imboccare questa strada in una delle mie prossime reinvenzioni. Già mi vedo tra boa di piume, mossette e smorfiette. Nonostante Dania (nda: insieme a Spora una delle due menti vulcaniche dell’organizzazione) abbia commentanto questa mia intenzione con un lapidario “ti ci manca solo questo” e correlata alzata di sopracciglio.

Capitolo II: finito un evento se ne fa un altro

Dato che la parola chiave di questo fine settimana è stata “workshop”, finite le mie lezioni e le mie incombenze allo Sheraton Malpensa mi sono scapicollata col trenino a Cadorna e da lì sono andata, cappottino valigia e tutto, all’OstelloBello per assistere all’incontro tenuto da Florencia in cui si parla di musica, promozione online, e altre amenità.
Allora. Io, si sa, ho un debole per questa biondina. Non vorrei fare la solita indiesnob ma voglio credere di essere stata una delle prime (medaglimedagliamedaglia) a scriverne in giro. Ecco: vederla lì, dopo aver vinto un contest online, a raccontare tutto il lavoro che c’è dietro la promozione di una nuova band e tutta la strategia e la fatica che bisogna metterci oltre alla bravura e al talento, mi ha emozionato. Perché oh, lei è proprio brava. Ed è ancora più brava perché tira dritto per la sua strada senza ascoltare troppo le lodi sperticate come le mie e senza farsi abbattere dalle critiche spietate che a volte le rivolgono (esempio qui) mantenendo sempre una calma zen e una modestia da apprezzare.

Poi vabbè, c’è stato il concertino dei LavaLavaLove, e poi insomma c’era il Barto. E se non lo conoscete vuol dire che il vostro disprezzo per l’umanità è decisamente fondato e comprensibile, perché il Barto è una delle poche persone che mi fanno rivalutare gli esseri umani, che per il resto, diciamolo, fanno abbastanza schifo – scrivente inclusa.

Capitolo III: perché faccio schifo

Ho fatto due cose spregevolissime nell’arco di 4 minuti e quindi sento la necessità di purificarmi facendo pubblica ammenda. Mentre scendevo nella cripta dell’ostello in cui avevo abbandonato valigia e cappotto per recuperarli e tornare finalmente verso casa ad accudire i miei gatti abbandonati per il weekend sono stata intercettata da un ragazzo che supercarinamente mi ha chiesto “ciao, posso regalarti il disco della mia band?”.
Ora: una brava persona avrebbe sorriso e ringraziato. Io invece faccio schifo e quindi ho sorriso, ringraziato e poi gli ho chiesto “perché, mi conosci?”. Come se. Cioè, figurati. Certo: la gente mi fa le poste per regalarmi i dischi proprio a me perché sono una vera autorità nell’ambito, no? Odiosa. Lui ovviamente povera stella mi ha fatto tanto d’occhi visto che no, non aveva (giustamente) la più pallida idea di chi fossi “no, così, a pelle, mi andava di fartelo avere”. E non finisce qui. Io sorrido sempre tantissimo, accarezzo il disco (esiste qualcosa di più bello di un disco nuovo ancora avvolto nel cellophane, liscio e intonso che si offre alle nostre mani avide per poi arrivare alle nostre avide orecchie? noi di Voyager crediamo di no), continuo a sorridere molto e ringraziare molto e poi vedo che sul retro della copertina c’è segnato un indirizzo email e (quanto faccio schifo) gli dico “uh, va bene, allora lo ascolto POI TI SCRIVO QUI E TI DICO COSA NE PENSO”. Parliamone. Anzi, no.

Mi serve un bagno di umiltà. Decisamente. Chissà se alla spa dello Sheraton c’era e l’ho saltato per distrazione.

Comunque ecco, possiamo anche ascoltarlo insieme. E il mio parere non richiesto è che mi sta piacendo.
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4 Comments on Programmi per il finesettimana passato

  1. beh, la canzone è bella eh! io, fossi in te, la inserirei nella prossima compila :*

  2. Pioggia scrosciante di cuori <3 (e non è vero che non ascolto le tue lodi sperticate. Sono quelle che mi fanno dimenticare i momenti in cui mi scrivono che sono grassa!)

  3. Onestamente, non mi spiego come tu possa NON aver citato il concerto di venerdì. E gli stivali. non capisco proprio. Davvero… 😉

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