Montagne, Maometti, robe così
Non ho più una vita sociale.
Càpita.
Quando si cambiano un po’ i ritmi succede di aver bisogno di riassestarsi, prendere le misure con il tempo che c’è, e che è sempre molto meno di quello che manca. Adesso entro in ufficio tutte le mattine alle 9 (non è vero, più spesso alle 9.30), non esco mai prima delle 19 (non è vero, più spesso 19.30), poi arrivo a casa, cucino oppure stiro oppure attacco la lavatrice, poi mi doccio, ceno, e dalle 22 alle 24 lavoro di nuovo su un altro progetto. Spesso il venerdì prendo un treno, intorno alle 20.30, e faccio circa 200 km per vedere la persona a cui voglio bene per un paio di giorni. Poi torno la domenica, di notte, e dal lunedì ricomincio.
Mi piace molto questa vita che faccio. Adoro i progetti su cui sto lavorando. Adoro la mia persona lontana 200 km. Non cambierei nulla.
Però sto facendo veramente fatica a conciliare tutto questo con l’avere anche una vita sociale. Ci sono altre persone che vorrei vedere, ma non c’è il tempo.
Molte di queste persone lo sanno, e lo capiscono. Sanno che sono triste anche io di non riuscire a esserci sempre. Lo capiscono. Sono tristi anche loro, ma aspettiamo insieme tempi migliori. Altre no, fanno più fatica. Sono quelle che si aspettano che sia io a muovermi (sempre), che mi invitano (sempre) in posti e orari proibitivi, che non pensano mai all’alternativa semplice del dire “dai, per una volta faccio io un salto a trovarti” ma che si offendono perché non ho mai (più) il tempo di accorrere in adorante pellegrinaggio al loro richiamo.
Ecco, e io sono triste. Non solo perché non le riesco più a vedere, ma perché mi accorgo che forse non ci tengono nemmeno tanto a me. Però sono brave a farmi venire i sensi di colpa. E quindi già che mi sento stupida abbastanza per ritrovarmi invischiata in queste logiche deleterie lo scrivo anche qui, almeno mi sento stupida e infantile per qualcosa.
ECCO, credo sia la prima volta che mi ritrovo in un tuo post. Solo che io non ho un “faccio circa 200 km per vedere la persona a cui voglio bene per un paio di giorni”: Ho solo la sveglia alle sette il rientro a casa alle otto di sera e tutto il resto. E nel weekend, quando finalmente penso di poter prendere fiato, ricomincio la rumba con le bollette, la vita degli altri, la voglia di rannicchiarsi in un angolo e avere qualcuno che ti viene a prendere e ti tiene compagnia per un po’ e … vabbè niente.