Lettera d’amore 1067

Resto sveglia fino a tardi per sentire cantare i pavoni.
Stanno nel vivaio qui vicino, al tramonto volano su un grande albero tutti insieme. Ci vanno per dormire, immagino. Tempo fa avevo l’abitudine verso sera di passeggiare fino al vivaio per vederli spiccare il breve volo e  provare a capire in base a quali schemi andassero a occupare i rami. Nella luce bassa sembravano frutti grassi e pesanti sui rami spogli, adornati solo dalle prime gemme.
Poi sono cresciuta, e non ho piu’ avuto il tempo di andarli a guardare. Ma aspetto quest’ora tarda della notte, quando si svegliano e iniziano a cantare.

Il canto dei pavoni e’ un urlo potente e sgraziato. Li ascolto sgolarsi mentre li immagino planare dall’albero nella corte del vivaio, e mi addormento con le loro grida strazianti e penso che se fossi un pavone anche io ti chiamerei cosi’ come fanno loro. E mentre mi addormento penso che forse stanno gridando proprio il tuo nome per me che non posso, e che piangono forte perche’ sanno che non ci puoi sentire.

 

 

 

l’eccellente consulenza musicale postuma e’ gentilmente offerta da Chiara, che non voleva leggere il post e pensava di punirmi cosi’, mentre invece non posso che volerle ancora piu’ bene.

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