Leggimi ad alta voce
Poi si avvicina e mi dice ma davvero non bevi niente e io penso strozzatici con la tua banalità e coi tuoi gintonic e mentre lo penso do un colpo di tosse perché quasi mi ci stavo per strozzare io con la mia di banalità.
Allora poi mi mette il braccio attorno al collo e io penso che ho caldo e lo lascio fare tanto so già di future estati di amore spostati dai fa caldo lasciami dormire già ci sono le zanzare ci mancavi solo tu a togliermi il sangue e il sonno ma soprattutto il sangue.
Io ascolto tutto quello che si dice e non parlo quasi mai perché non saprei essere meno opportuna di così però compenso sorridendo molto.
A un certo punto si è fermato e mi hai guardato fisso negli occhi e io allora ho aperto i miei come fanno gli animali quando hanno paura davanti alle luci e come la canzonetta quella vecchia ho pensato i tuoi occhi sono fari abbaglianti e io sono finita schiacciata come un riccio lungo la strada che poi tutti quelli che passano guardano e dicono è un riccio o uno straccio no no è proprio un riccio povera bestia.
Finalmente il tuo letto. E tutti quelli che passano e che mi guardano schiacciata a bordo del tuo letto senza nemmeno un lenzuolo a coprirmi e pensano povera bestia che brutta fine povera bestia.
Ah: e delle virgole non me ne frega ampiamente un cazzo.
Concludo spiegando al gradito pubblico nonpagante che certe cose se le devi chiedere non valgono più e quindi vi rovino da ora le possibili vie d’uscita: mi scrivi una canzone mi metti in un libro facciamo una foto insieme facciamo un figlio domani fammi una sorpresa mi porti alla stazione leggimi ad alta voce.
Si, però io mica ho capito l’ultimo capoverso.