L’assassino
Ditemi saga, ditemi fantasy e io sarò felice. In questo caso doppiamente felice perché ho avuto modo di conoscere un’autrice che ancora non avevo esplorato. Questo libro è il primo capitolo di una trilogia che nasce come spin-off una precedente saga e nonostante spesso faccia riferimento a un mondo già spiegato e raccontato altrove riesce comunque a reggersi bene anche da solo. Pur non avendo letto i libri precedenti infatti sono riuscita abbastanza agevolmente a immergermi nell’universo di Tom lo Striato e del Matto, anche perché la trama per buona parte del libro serve proprio come introduzione e ambientazione, nel mondo di Tom e dei suoi valori, del suo presente e soprattutto del suo rapporto con il passato. Ovviamente non basta per renderlo un libro perfettamente autonomo: la parte introduttiva appunto risulta molto ampia e sbilancia completamente l’equilibro della trama, infatti tutta l’azione è concentrata nelle ultime pagine in cui gli eventi accelerano in modo violento e precipitoso prima di arrivare al finale sospeso. Se però consideriamo il volume non in sé ma come prima parte di una trilogia ha senso anche questa distribuzione dei pesi. Sicuramente è efficace, i personaggi sono belli e ben delineati così come tutta la rete di relazioni che li uniscono, raccontata con i ritmi comodi del fantasy (e per questo, avviso i non amanti del genere, intendo un sacco di pagine e parole che potrebbero risultare superflue). I temi trattati sono abbastanza tipici del fantasy ma affrontati modo molto fresco, meno stereotipato e manicheo: il tradimento, la paura dell’eroe, il rapporto con il diverso, lasciano tutti spunti che rendono i personaggi più reali e tridimensionali della solita tradizionale lotta tra il bene e il male. Sicuramente una volta arrivati in fondo si ha voglia di prendere in mano il prossimo volume, ma anche, come nel mio caso, risalire agli inizi della saga partendo a esplorare il mondo dei Lungavista dagli esordi.
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