Guida intrepida alla (mia) gravidanza – Appendice

Come i più attenti di voi già sapranno lo scorso 29 novembre intorno alle otto e mezza di sera è venuta alla luce la piccola Tilda: questo non sarà un post sulle gioie del diventare mamma, sulle improvvise agnizioni esistenziali che questo passaggio di status comporta e tantomeno (ci tengo a rassicurarvi) un resoconto del parto. A questo proposito: avete presente quelle che sembrano trarre immenso piacere nel raccontare particolari orrorifici del parto alle future mamme? Ecco: se hanno ancora così tanta voglia di raccontarlo vuol dire che non è stato orribile come sostengono.
Probabilmente ho dei tempi di elaborazione un po’ lunghi, e sicuramente il sonno frazionato in segmenti di due/tre ore non agevola. Resta il fatto che in questi primi tre mesi di maternità ho finalmente capito quali sono state le cose davvero indispensabili in gravidanza e quali invece quelle di cui avrei potuto serenamente fare a meno. Infatti mentre cercavo di arrabattarmi in uno tsunami di consigli non richiesti ho fatto davvero fatica a trovare informazioni su quello che davvero mi serviva e interessava, e l’unica via di apprendimento possibile è stato il classico procedere per tentativi ed errori. Quindi, cara amica che leggi mentre ti accarezzi il pancino, eccoti il frutto della mia esperienza e delle mie capocciate. Magari sarà l’ennesimo elenco di consigli non richiesti che ti manderà in confusione. Magari la mia esperienza potrà esserti utile come spunto. Magari deciderai di iscriverti alle mamme terroriste o a qualche setta di amiche della placenta e quindi tutto questo sarà comunque inutile e andrà perduto come lacrime nella pioggia. Sappi solo che alla fine ce la si fa. Te lo prometto. E questa è l’unica cosa, anche se a volte sembra impossibile, di cui non devi dubitare.
HEY SIRI, CERCA SINTOMI STRANI GRAVIDANZA
La gravidanza è una sconfinata landa coltivata a dubbi. Per ogni nuovo virgulto di ansia in bocciolo puoi chiedere:
– al tuo ginecologo, se non ti ha blacklistato le chiamate alla 9 settimana
– alla tua mamma, che ti risponderà “eh ma sai, ai miei tempi era diverso”. Puoi provare a controbattere che le gravidanze non seguono le mode e che i bambini si fanno nello stesso modo da millenni ma c’è un risvolto controproducente perché “e allora, lo vedi, stai tranquilla, i bambini si sono sempre fatti anche senza sapere tutto”)
– IL MALE, quello che nessuna persona sana di mente farebbe mai ma purtroppo hai gli ormoni pazzi e quindi GUARDI NEI FORUM SULL’INTERNET.
Seguono ore insonni farcite di un crescendo di preoccupazione, ansia, disperazione, senso di tragedia imminente.
Come conciliare l’esigenza di voler sapere delle cose con la necessità di evitare lo stress e rimanere positive e serene e soprattutto evitando di mettere la propria salute mentale in mano a mammola87 e cickognetta009?
Come spesso accade la risposta è in un libro, in questo caso NEL libro: con migliaiadimiglioni di copie vendute Cosa aspettarsi quando si aspetta è il libro che ha fatto nascere migliaiadimiglioni di mamme americane negli ultimi tot anni. Rassicurante, sereno, completo, racconta in modo chiaro settimana per settimana tutto quello che devi sapere sulla gravidanza (e ve ne avevo già parlato qui).
C’È QUALCUUUNOOO?
Quanto durano 12 settimane? E no, la risposta non è già nella domanda. Le prime 12 settimane di gravidanza sono praticamente eterne. Io almeno le ho vissute malissimo: se avevo i sintomi soffrivo perché avevo i sintomi, se non li avevo soffrivo e mi preoccupavo perché non li avevo. Sarà anche che Tilda è una bimba arcobaleno e quindi ci ho messo un po’ a trovare la fiducia e la serenità in questa gravidanza, ma una cosa che mi è stata utilissima per tranquillizzarmi nei momenti in cui la preoccupazione mi faceva sragionare è stato l’angel sounds. Praticamente è la versione mignon dell’ecodoppler utilizzato dall’ostetrica per sentire il battito cardiaco del feto. È vero che prima di 9/10 settimane non è abbastanza potente da rilevarlo. È vero che non sempre è facile individuare il posto giusto in cui sentirlo al meglio (hint: metti la sonda in basso. No, molto più in basso. Lo vedi l’osso pubico? Ecco, non più di due millimetri sopra). È vero che se per una questione banalmente tecnica non si dovesse riuscire a sentire il battito si rischia uno spavento inutile. Ma ognuna è fatta a modo suo. Per me sapere che in un qualsiasi momento di ansia avrei potuto almeno provare a sentire il cuoricino della mia popa battere senza dover aspettare l’ecografia successiva è stato di grande sostegno. E poi diciamolo: è il suono più bello del mondo, e poterlo fare ascoltare anche ai nonni e agli zii è un modo super-emozionante di coinvolgerli.
MA COME MI VESTO?
Vestiti premaman? “Ma va, tranquilla: tanto alla prima gravidanza fino al quinto mese non si vede nulla”. Certo, come no. A sette settimane io avevo già una pancina sospetta, che se per un po’ poteva passare per un’orrida panzetta da birra attorno alle 10 settimane già si era configurata come una bella forma da barbapapà: niente più vita, fianchi rotondi, espansione inesorabile dello spessore. La buona notizia è che esistono pantaloni e jeans premaman bellissimi e comodissimi. In particolare quelli in denim con la vita bassissima e poi la fascia elastica in cotone per avvolgere pancia e fianchi. Io sto continuando a metterli anche ora, sono la cosa più comoda e vestibile del mondo e soprattutto tengono caldina la pancia senza bisogno di infagottarsi con canotte e maglie della salute. Inoltre sono evolutivi, nel senso che “crescono” man mano che cresce la pancia, quindi è inutile soffrire per entrare nei propri pantaloni perché “fino al quinto mese è inutile prendere abbigliamento premaman” come mi è stato consigliato. Prima te li procuri più a lungo li sfrutti. Altro errore in cui non cascare: prendere tutto di una taglia in più perché poi tanto mi ingrosso. NEIN. I vestiti premaman sono già pensati per le forme modificate delle gravide, con pence strategiche e abbondanze/aderenze nei punti giusti: prendere una taglia in più serve solo a infagottarsi e sembrare un sacco dell’umido. Io che sono notoriamente una dal profilo basso ho preso quasi tutto da H&M (qui a Milano l’unico con il reparto Mami è quello in corso BuenosAires/piazza Lima, altrimenti molto ben fornito anche quello alle Corti Venete a Verona, ma una volta verificate le taglie ho comprato più che altro online), ASOS maternity (hanno anche molte cose per l’allattamento e c’è un po’ più di varietà di stile) e un paio di cosette più sfiziose da Envie de Fraise.
SPIAGGIAMENTI
Lo chiamano cuscino da allattamento, ma anche qui: perché aspettare quando si può stare comode da subito? Man mano che la panza cresce le posizioni comode per dormire sono sempre meno. E a pancia in giù no che ti affoghi, e sulla schiena ti viene il reflusso, e sul fianco ti pesa la pancia. Oltre a quella sensazione delirante di avere tutti gli organi interni raggruppati in un lato dell’addome e la fatica a farli tornare al proprio posto quando si sta per più di un’ora nella stessa posizione. No. Il cuscino da allattamento è in realtà il cuscino da panza, e lo vogliamo ora, lo vogliamo subito. Te lo puoi abbracciare e sosterrà la pancia mentre riposi sul fianco. Lo puoi arrotolare dietro ai fianchi e ti coccolerà i reni mentre stai sul divano a guardare le serie tv. Puoi farne una girella per appoggiarci sopra i piedi nei cali di pressione. Puoi farne tutto ciò che vuoi e lui non si lamenterà mai, e tu ti lamenterai molto meno, e tutti saranno molto più felici. Prendilo. Subito. Ti serve, anche se non lo sai ancora.
(Il mio puzzava un po’ di fieno ma perché l’imbottitura è di pula di farro bio, che concilia anche il rilassamento, comunque è bastato lasciarlo un pochino all’aria per renderlo respirabile).
(QUI NON C’È UN TITOLO, È DOVE ME LA MENO E BASTA)
Probabilmente la genetica ha il suo perché e poco si può fare per contrastarla o eguagliarla quindi non ci sono meriti ma solo fortuna. Io credo di dover ringraziare generazioni di donne dalla pelle splendida nel mio ramo materno perché non solo dieci giorni dopo il parto avevo perso tutti i chili accumulati in gravidanza ma non ho nemmeno una smagliatura. L’ho detto che qui era dove me la menavo un sacco, oh. Fra tante sfighe almeno questa soddisfazione. È anche vero che se ho dei buoni geni un pochino ho comunque cercato di dare loro una mano spalmandomi abbondantemente di Rilastil da subito e continuando a farlo anche in fase “calante”. Io ve la butto lì, male non può fare.
Poi certo, si può usare anche l’olio di mandorle, non so i risultati, ma non li so nemmeno su pelli che non sono la mia, quindi questo rientra proprio in quella categoria di consigli che rappresenta l’80% dei consigli che vi verranno dalle altre mamme che ATTENZIONE non sono consigli: è puro bragging.
LA FANTOMATICA CHAT DEL CORSO PREPARTO
Anzi, facciamo un passo indietro: prima ci serve assolutamente il corso preparto. Ci serve così tanto che io ne ho fatti due. Un po’ perché ho la sindrome da prima della classe, un po’ perché arrivata a 34 settimane quello dell’ospedale in cui avrei partorito ancora non era iniziato e questo non mi faceva sentire molto serena. Quindi, con ordine.
Il corso dell’ospedale. Molto utile se si vuole conoscere meglio la struttura in cui si andrà a partorire, per avere delle informazioni più precise su procedure, scadenze, modi, per conoscere le ostetriche e avere un assaggio chiaro e hands-on di quello che ci aspetta. Che già il parto è tutta una sorpresa, almeno familiarizzare un pochino con l’ambiente non è una pessima idea. Purtroppo l’organizzazione non è sempre il massimo: i posti solo limitati, quindi bisogna prenotarsi molto in anticipo (andate a chiedere informazioni intorno alla 20/22 settimana) e il calendario è un po’ aleatorio. Avendo la data prevista per il primo di dicembre sono stata inserita nel corso delle partorienti di dicembre. Col senno di poi avrei dovuto mentire e farmi inserire nel corso delle partorienti di novembre. Così magari mi sarei risparmiata il trascinarmi a lezione al nono mese e sarei anche riuscita a frequentare tutte le lezioni (la penultima l’ho saltata perché ero in sala parto a spingere).
Per fortuna mi ero mossa per tempo e avevo già frequentato un corso di accompagnamento alla nascita presso l’associazione Mamme in Corso. Questo è stato davvero utile: ostetrica e psicologa molto preparate e coinvolgenti, corso aperto anche ai futuri papà, gli argomenti non riguardavano solo la fisiologia della gravidanza e del parto ma anche la gestione del dolore e gli aspetti psicologici del cambiamento, oltre che – tadàaa – tutto quello che succede DOPO il parto. Che ok, sarà anche la performance superagonistica di punta in cui dare il massimo, ma non è che poi tutto torna come prima. E essere preparati su quello che viene dopo secondo me è importante tanto quanto.
Poi ok, ci sono le chat su whatsapp. Ma questo è tutto un capitolo a parte su cui ancora sto raccogliendo materiale. Mio malgrado.
Non sapevo che Tilda fosse una bimba arcobaleno, Vi stringo forte e vi auguro tutto il bello e il bene, nel frattempo giro subito l’articolo alla mia migliore amica, incinta al settimo mese <3