Due riflessioni zen

Lo Zenfone, lo dice anche il nome, ispira calma e saggezza zen, unite però, nel tipico equilibrio orientale, alla tecnologia e alle sue applicazioni più pragmatiche.
Per l’ultimo post sulle funzioni dello Zenfone ho quindi deciso di concentrarmi su questa saggezza antica e su come viene tradotta praticamente nella quotidianità velocissima e iperconnessa in cui ci troviamo.

1. Fate attenzione a quello che pubblicate: si può cancellare, ma non si può far sparire.
L’impermanenza del segno digitale è solo un’illusione, è ora di rendersene conto. Una frase infelice, una fotografia imbarazzante, un commento fuoriluogo: se sono stati pubblicati ormai è troppo tardi. Si possono cancellare, ma le loro tracce continuano a esistere: basta che qualcuno ne abbia fatto uno screenshot e sono pronte per essere inoltrate tramite i canali più oscuri della rete per poi tornare a galla come prova della propria inettitudine quando meno ce lo si aspetta. Lo Zenfone semplifica tantissimo questo processo: grazie a ZenMotion basta scuotere con gentilezza il device per salvare uno screenshot di qualunque applicazione si stia usando in quel momento. Lo trovo incredibilmente utile e pratico. In realtà ci sono tantissime gesture da poter utilizzare, sia in modalità predefinita sia associandole ad azioni personalizzate come aprire il browser oppure la fotocamera. La mia scelta rivela una certa perfidia di fondo, ma come dice un vecchio adagio “dimmi come imposti le gesture e ti dirò chi sei”.

Screenshot_2015-05-20-22-24-522. Gli oggetti fotografati potrebbero non corrispondere alla realtà.
Una volta la fotografia era qualcosa di così aderente alla realtà da diventarne quasi un sinonimo. Ora con il pesante utilizzo di photoshop e filtri vari la fotografia è più che altro un’interpretazione possibile della realtà. In particolare per quanto riguarda i selfie: grazie a instagram siamo tutte molto più levigate e intriganti. Ma a volte anche  i filtri non bastano e servirebbe qualcosa di molto più drastico. Per fortuna la fotocamera dello Zenfone riconosce i nostri bisogni e quando si apre in modalità frontale (e quindi sottointendendo SELFIETIME!) fornisce in automatico il menù di fotoritocco che io ho ribattezzato “chirurgia plastica”: modalità di sbiancamento della pelle, aggiunta di colore per le gote, sfinamento delle guance per sottolineare lo zigomo  e – ultima meraviglia in cui si rivelano in pieno le origini asiatiche dell’oggettino – l’impostazione automatica di ingrandimento degli occhi. Sì. Occhioni da cerbiatto in meno di 10 secondi.  Non fidatevi mai più delle foto sulla confezione: aprite il pacco e verificate la merce toccando con mano e con occhio.

Nella foto: io in pigiama sfatta che finisco di scrivere questo post e dimostro in contemporanea entrambe le feature di selfie estremo + screenshot facile. Pubblicando questa foto ovviamente sono consapevole di contravvenire alla prescrizione di saggezza al punto 1 e di non dare una dimostrazione particolarmente lusinghiera del punto 2 ma oh, per la scienza qualcuno doveva pur sacrificarsi.

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