Dove sei stata cos’hai fatto mai

Lo so. Lo so perché ci ho pensato, lo so perché mi avete scritto email, messaggi, commenti. Lo so perché per me scrivere qui non è tanto un’abitudine quanto una necessità: un esercizio zen, come coltivare un’aiuola o creare gru di carta.
È da tantissimo tempo che non aggiorno il blog, ma ho avuto davvero un sacco da fare.
Così tanto che non ho nemmeno ancora festeggiato il mio compleanno: ed è un compleanno importante, eh. Uno di quelli grossi, quello da “nel mezzo del cammin di nostra vita”, uno di quelli che ti inducono a fare bilanci. Perché se prima dei trenta è tutto un aggiungere cose alla propria bucket list, un lustro dopo i fatidici -enta si iniziano a profilare all’orizzonte i fatidicissimi -anta e quindi occorre iniziare a tirare le somme.
Comunque nell’ultimo mese sono successe molte cose che mi aiutano a portare il positivo questo bilancio. Per esempio, ho cambiato lavoro. Adesso lavoro in mezzo a colleghi giovanissimi e pieni di talento, e già solo questo mi spiana le rughe. Poi sono stata 10 giorni a New York. E sì, a breve arriverà il post celebrativo (forma contemporanea della serata a guardare le diapo delle vacanze). Ma soprattutto finalmente ho un telefono nuovo.

Sì perché ho compiuto gli anni ma tra lavoro nuovo, New York e tutto il resto non solo non ho festeggiato, ma non ho nemmeno avuto il tempo di compilare una wishlist per i regali.
Per fortuna ci ha pensato il signor Asus, che mi ha recapitato uno Zenfone2 splendido e brillante.
“Ormai sei grande, ti serve un telefono grande” e quindi 5,5 pollici di schermo e amore, direttamente nella mia borsetta.
Subito dopo aver infilato la mia sim e installato le mie app indispensabili sono partita per una trasferta di tre giorni. La mia preoccupazione principale era la batteria: da brava ragazza la lascio sempre scaricare del tutto prima di collegare alla corrente il mio giochino nuovo. Il problema è che lo Zenfone2 sembrava non doversi scaricare mai, e avevo il terrore che mi lasciasse a piedi nel momento meno opportuno e di doverlo poi lasciare in albergo a ricaricarsi e quindi dover uscire senza.
In reaScreenshot_2015-04-09-19-20-09ltà ho poi scoperto che per ricaricare lo Zenfone2 del 60% bastano solo 40 minuti. A una certa età si presta un’attenzione particolare ai tempi di recupero, lasciatevelo dire.
L’impressione che non si scarichi mai è stata anche confermata in questi ultimi due giorni di uso piuttosto intenso: questo è uno screenshot dello stato della batteria questa sera alle 19.20, dopo averlo staccato dalla presa alle 8 del mattino (che fanno quasi 12 ore, cari amici con l’iphone: dodici ore!) e averlo utilizzato in modo abbastanza intenso per telefonate, email, socialini, sia collegato in WiFi sia con copertura dati mobile decisamente non ottimale. La scheda parla di un’autonomia di 28 ore in conversazione e 13 giorni in standby, grazie alla batteria da 3000mAh: praticamente se salta la luce ci posso pure attaccare il phon per asciugarmi i capelli, o utilizzarlo come gruppo di continuità per la lavatrice.

Quindi: yay per il signor Asus che mi accompagna nel mezzo del cammin di nostra vita con un telefono affidabile, che non si scarica durante la salvifica consultazione di gmaps* che mi permetterà di attraversare indenne la serva oscura!

 

 

*il mio peggiore incubo di sempre, il tema verrà approfondito insieme all’argomento NY

 

 

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