Ciao, sono (stata) Hiro

“La natura insegna tutto” è il motto di Hirohiko Shoda, lo chef che insegna piatti coloratissimi e a “cottura zero” su Gambero Rosso Channel (411 di Sky, per i più pigri, ma lo trovate anche su twitter).
“La natura insegna tutto” però potrebbe anche essere l’inizio di una lezione di arti applicate, e sebbene la cucina sia un’arte la prima cosa che Hiro ci insegna a fare è osservare i colori degli ingredienti che abbiamo davanti e… disegnare il piatto che cucineremo, prima ancora di conoscere la ricetta.
Facciamo un passo indietro.
Mercoledì 11 Giugno, 40° all’ombra, sciopero dei taxi. Ci ritroviamo sudati e boccheggianti presso Congusto per assistere a una lezione di cucina molto particolare. Siamo divisi in squadre, ognuno di noi indossa un grembiulino da cucina con un fiocco colorato (quello della mia squadra è giallo) e tutti abbiamo in mano un T100 Asus: un pc con lo schermo touch che si sgancia dalla tastiera e diventa un tablet – figata!
Hiro è in cattedra, noi siamo tutti attentissimi, pronti a carpire i segreti della cucina a cottura zero quando ecco la prima sorpresa: Hiro ci racconta la ricetta, noi dobbiamo immaginarla, osservando gli ingredienti, e disegnare quello che pensiamo sarà il risultato perché ogni ricetta, ogni piatto, deve partire da un’idea non astratta ma legata alla materia degli ingredienti.
Occhei, facile.
No, per niente, anche se lo schermo touch è molto più gestibile della tavoletta grafica, ma se una è capra a disegnare capra resta: mica si fanno i miracoli. Ecco a voi qui in alto quindi la mia interpretazione a priori della zuppa di verdura e frutta (con tanto di appunti sugli ingredienti rappresentati).
Ecco invece qui di seguito quale è stato il risultato finale, con tanto di complimenti dello chef che ci ha detto: “è perfetta”.
(Dai, però un pochino ci assomigliava, no?)
Purtroppo causa allergia al pomodoro non ho potuto assaggiare il risultato, ma considerata la velocità con cui si sono svuotati i piatti e le espressioni estatiche dei miei compagni di squadra sento di poter affermare che non era solo molto bella ma anche decisamente buona.
La vera magia però è stato il secondo piatto: filetto impanato in salsa d’oro. Oltre ad aver imparato finalmente il segreto per fare una maionese a mano perfetta e a prova di impazzimento (e no, non ve lo dico, pappappero) quello che mi ha veramente conquistato in questo piatto è stata la marinatura. In questo modo la carne si è “cotta” secondo un processo chimico, rimanendo tenerissima e ovviamente deliziosa.
I fiori, beh: io non li avevo mai mangiati né tantomeno usati in cucina. Ma se proprio dobbiamo fare i tamarri facciamolo fino in fondo!
La cosa più sorprendente di questa ricetta è la sua semplicità: probabilmente la parte più complessa è la ricerca degli ingredienti, molti dei quali personalmente non avevo mai utilizzato. Liquirizia in polvere, zafferano liquido, olio di vinacciolo… Non so se riuscirò mai a riproporre questo piatto ma il risultato è stato talmente sorprendente e delizioso che varrebbe la pena tentare.
Nonostante il caldo al termine della lezione eravamo ancora tutti felici e pimpanti, ringalluzziti dai risultati. Ci siamo fermati a banchettare e brindare, chi già pregustando variazioni sul tema e cene con le ricette imparate, chi (come me) cercando di capire dove trovare gli ingredienti, chi twittando a tutto spiano foto e ricette con il T100. Una serata gradevolissima, piena di colori e sapori e la perfetta occasione per rivedere un po’ di amici: Elisabetta, Maurizio & Diamara, Piero nella mitica squadra gialla, gli avverari Niccolò, Arianna e Chiara nella temibile squadra rossa, e molti altri con cui magari c’è stato solo il tempo di tintinnare il bicchiere prima di tornare a casa. Grazie quindi a Windows e Asus, a Gambero Rosso Channel, all’impareggiabile Hiro e a Primapagina che ha organizzato il tutto. Per una sera sono stata Hiro, e mi sento un’eroina.
Rispondi