Bilanci parziali

Dato che il 2012 sta volgendo al termine, inizio a tirare le somme. Sì, come se qualcuno ne sentisse l’esigenza o me lo avesse chiesto proprio. Cosa ci vogliamo fare.

Il 2012 si configura principalmente come anno di poca musica e molti libri. Quindi, sebbene tutti si stiano aspettando la malacompila riassuntona, il primo bilancio provvisorio e parziale parte *a sorpresa* dalle statistiche di anobii: al momento ho letto 31 libri per un totale di 12787 pagine (anche se conto in queste ultime due settimanelle di smuovere ulteriormente i numeri). I sette* più belli bellissimi in ordine sparso sono:

1. L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, di Rachel Joyce, Sperling&Kupfer – e vabbè, sono di parte, ma tra quelle pagine e quelle lande io ci ho lasciato il cuore.

2. L’anno dei dodici inverni, di Tullio Avoledo, Einaudi – in questo libro, come ho detto altrove, c’è dentro tutto. L’amore, il futuro, i viaggi nel tempo, il passato, la nostalgia, l’avventura, la vita. Una bellissima scoperta, non so come sia potuto passare sotto al mio radar senza farsi notare quando è uscito. Probabilmente uno dei libri italiani migliori che io abbia letto negli ultimi 5 anni.

3. La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, Audrey Niffenegger, Mondadori – idem come sopra: se questi libri fossero una coppia sarebbero una bellissima coppia. Il tema è simile ma sviluppato in due modi completamente diversi, eppure sono entrambi strazianti e commoventi, in modo quasi complementare. Mi piace, mi piace, voglio leggere mille altri libri così! Prometto che non mi stanco!

4. La danza dei draghi, George R.R. Ciccione Maledetto Martin, Mondadori – no, cioè. Io spero solo che questo signore non muoia prima di aver concluso l’opera anche se con la coerenza che mi contraddistingue gli auguro le peggio cose ogni quattro capitoli circa. È che ne combina sempre di peggio, a me non regge il cuore. E no, non vale guardare la serie: per quanto sia bella non potete capire cosa vi perdete a non leggere i libri.

5. Il tempo è un bastardo, Jennifer Egan, Minimum fax – Altro libro scritto meravigliosamente. Io sono una pattumiera letteraria, leggo qualunque cosa senza fare la schizzinosa. Ma quando ci sono sia una bella storia che una bellissima scrittura mi si illuminano gli occhi. E poi nessun libro è scritto come questo. All’inizio ero spiazzata, ma anche se potrebbe non sembrare è una sensazione che mi piace.

6. L’inconfondibile tristezza della torta al limone, Aimee Bender, Minimum fax – altro libro che se non servissero le mani per tenere su il kindle verrebbe da passare il tempo della lettura ad applaudire fortissimo. Disagio e poesia, non vedo l’ora di leggere altro di questa autrice. Sono rimasta incantata come una bambina davanti ai giochi di un prestigiatore.

7. L’arte di vivere in difesa, Chad Harbach, Rizzoli – io le regole del baseball non le so e non le capisco tanto bene. Ma tanto questo libro parla della vita, e non capendo e non conoscendo molto bene nemmeno le regole della vita direi che siamo a cavallo. Strizzoni di cuore e di pancia, immedesimazione forte con OGNUNO dei personaggi, anche se sono tutti lontanissimi da me in ogni senso. Per questo l’ho consigliato e lo consiglio a tutti. E poi la nostalgia quando finisce! Credo che lo rileggerò ancora, come un manuale.

Poi per la compila voi continuate a sperare in silenzio, senza chiedere, che vedrete che arriva. Sì sì, tranquilli proprio.

*Perché sette e non dieci o cinque? Perché è il mio blog e ne metto quanti mi pare. E poi il sette è un bel numero, io dico BASTA alla discriminazione del sette.

1 Comment on Bilanci parziali

  1. vale, dopo harold fry e brizzi e rimestato antichi desideri di cammino sto ora leggendo “il mondo a piedi” di David Le Breton. Un brevissimo saggio elogio della camminata. Credo che ci sia molto in comune con il tuo Harold.
    bye!

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