Alice nel paese della vaporità

Ho scoperto questo libro grazie ai vostri suggerimenti: ero bloccata sulla categoria Steampunk della sfida di lettura di Popsugar e dato che non ho mai frequentato il genere mi sono appellata all’onniscente mente collettiva della rete per avere un’indicazione.
Non avendo proprio punti di riferimento avrei forse potuto scegliere un romanzo classico per il genere. Invece sono stata codarda e ho preferito questo, che almeno prometteva un appiglio sicuro e conosciuto nel riferimento a Carroll.
Il romanzo in sé mi è piaciuto molto: il ritmo è sempre alto e nonostante qualche complessità filosofica la trama è ben congegnata. Mi è rimasto qualche dubbio riguardo alla definizione precisa di Steampunk: questo mi è sembrato più un fantasy/filosofico con qualche riferimento all’Inghilterra vittoriana ma più di contorno, di costume, non sostanziale. Alice è un’antropologa che parte in esplorazione per svelare i segreti della Steamland, la parte di Inghilterra esterna a Londra e soffocata dalla vaporità, una sorta di scoria radioattiva prodotta dalle macchine recuperate da un passato mitologico e in grado di alterare le percezioni. Il suo viaggio si svolge in parallelo alla vicenda di Ben, un giovane editor afflitto da una terribile malattia che lo porta a subire stati allucinatori e che si trova a leggere il romanzo in cui vengono raccontate le gesta dell’antropologa-guerriera. Ovviamente le due vicende si legano in un nodo via via sempre più stretto, dato che alla base della costruzione dell’universo di sfondo c’è la narrazione: la realtà esiste solo nel momento in cui viene raccontata e prende la forma di come la si racconta. E quindi non è più Alice a inseguire il coniglio bianco per curiosità ma è il coniglio che diventa un essere mostruoso che dà la caccia ad Alice per annientarla. C’è Chesy, il Diavolo dei Crocicchi: una versione sempre sorniona e questa volta anche un po’ “gaimaniana” del libero arbitrio. Poi c’è il monaco guerriero Miyamoto dalle sembianze di scimmia che mi ha fatto venire in mente Kung Fu Panda e mille altri rimandi e richiami dai più colti ai più pop/trash che farebbero la felicità di chiunque si diverte a trovare easter eggs e citazioni.
Insomma, per me il libro è promosso. Per lo steampunk duro e puro tengo sospeso il giudizio e mi riservo di esplorare qualche libro più ortodosso.
____________________________________________________________
Se questi appunti ti hanno incuriosito cliccando qui puoi acquistare una copia del libro nel tuo formato preferito, senza alcun sovrapprezzo e Amazon mi riconoscerà una piccola percentuale. Grazie.
Rispondi