Il giro più pazzo del mondo

“Forse le falene non pensano che una lampadina sia la luna. Forse scoprono semplicemente quando sia lontana la luna e scelgono il suicidio, piuttosto che sopportare il fallimento. Voi non fareste lo stesso?”.
Quanto non mi piace iniziare male l’anno con la lettura sbagliata! “Il giro più pazzo del mondo” stava lì, appoggiato nella libreria, da almeno un paio d’anni. Ho già letto tutti gli altri romanzi di Scarlett Thomas (tranne i tre gialli d’esordio che mi pare non siano stati tradotti in italiano) e li ho amati sconfinatamente, quindi aspettavo il momento giusto per leggere l’ultimo rimasto e godermelo. Invece no, mi ha un po’ deluso. Forse perché tra tutti è il meno filosofico o forse perché per una volta la trama è molto lineare senza le contorsioni assurde che mi aspettavo dall’autrice. Ha dei passaggi molto commoventi e dei passaggi molto divertenti, ci sono parti maledettamente British per cui io non posso far altro che due enormi occhi a cuoricino. La storia è quella di un gruppo di amici che si mette in viaggio, con una meta ben precisa: arrivare in Galles per incontrare un famoso guaritore che ha promesso di poter far guarire Luke dalla sua allergia al sole. Luke a causa di quella allergia vive segregato nella sua cameretta da quando è nato. Ma anche i suoi amici e compagni di viaggio hanno limiti e problemi, sofferenze, idiosincrasie che in modo magari meno evidente gli impediscono di vivere con pienezza la vita. Durante il viaggio verso il Galles/Regno di Oz ognuno potrà mettere a fuoco il motivo per cui si sente “rotto” e aggiustarlo.
Capiamoci: è un bel libro. Ma non regge minimamente il confronto con Mr Y, Pop co, Il nostro tragico universo.
Tre pullmini volkswagen su cinque
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