Terre selvagge

Per diversi anni Più riguardo a Terre selvaggeho vissuto vicino a via Caio Mario e pur essendo incuriosita non ho mai approfondito chi fosse. Bene, grazie a questo libro l’ho scoperto. La vicenda raccontata infatti è quella dello scontro tra i Cimbri, i diavoli che avevano messo a ferro e fuoco tutta l’Europa, e i Romani, guidati proprio dal console Caio Mario, nelle terre paludose ai piedi del monte Rosa. Una storia spaventosa: la più vasta battaglia dell’antichità, in cui un intero popolo si è estinto e in cui i vincitori hanno riscritto le dinamiche per ragioni politiche, consegnando per sempre all’oblio l’esatto svolgimento dei fatti.
Non ho apprezzato per niente lo stile, a tratti veramente fastidioso, e ammetto che se si fosse trattato di un numero maggiore di pagine avrei abbandonato la lettura all’inizio. Fortunatamente gli eventi storici hanno abbastanza fascino in sé da alimentare la curiosità e il desiderio di saperne di più, inoltre ci sono alcuni episodi che da soli riscattano tutto il libro (la descrizione del canto di guerra notturno dei cimbri mette i brividi, invece la pesca del pescione schifoso è divertentissima). Non riesco però a superare la sensazione che il buon vecchio Vassalli abbia sprecato un’ottima occasione e per regalarci qualcosa di davvero indimenticabile, per di più nel suo ambito di elezione, come se avesse perso malamente una partita in casa.
Pazienza. Tre ululati notturni su cinque.

 

 

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© Miroslav Vajdić for openphoto.net

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