Baciare uno sconosciuto a Central Park

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La mia ricorrente esigenza di trovare qualche lettura spensierata e scaldacuore. La mia innata capacità di sbagliare completamente il tiro. “Baciare uno sconosciuto a Central Park” è la sintesi perfetta di entrambe queste condizioni.
Una giovane donna muore, gli amici ritrovano un elenco di cose che avrebbe voluto fare di prima di compiere 30 anni e in memoria dell’amica scomparsa decidono di realizzarle una per una. Questa sorta di esorcismo, di gesto simbolico collettivo per superare il dolore della perdita si trasforma man mano in qualcos’altro. Ognuno dei protagonisti deve confrontarsi con l’assenza dell’amica e con l’assenza di risposte e certezze. Questa incertezza spinge ognuno di loro a mettere in discussione tutto, compreso il legame che li unisce e i ricordi che condividono. Ecco che quindi un processo di pacificazione con la una realtà ineluttabile si trasforma in una dolorosissima ricerca della verità attraverso le mille distorsioni date dalle interpretazioni, dai ricordi, dai giudizi e dai sentimenti.
Tre ondine su cinque, ma solo perché a un certo punto se decidi di prendere questa strada devi avere l’onestà di fare male fino in fondo.

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© Miroslav Vajdić for openphoto.net

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