La ragazza dai capelli strani

“La ragazza dai capelli strani” è sia parte del mio proposito di leggere più racconti sia una tappa nel mio progressivo avvicinamento a DFW. Prima o poi mi sentirò in grado di affrontare “La scopa del sistema” o addirittura “Infinite Jest”. Per ora tergiverso, anche se questa raccolta di racconti mi ha convinto che probabilmente potrei innamorarmi davvero di questo autore.
“Lyndon” è uno schiaffo in faccia al rallentatore. Ditemi che è considerato universalmente un capolavoro perché al contrario potrei reagire non benissimo. Il massaggio cardiaco nel parcheggio funziona come lo studio al microscopio di una muffa, però applicato al tempo: cinque minuti che sotto una lente diventano grandi come due vite. Le nevrosi, i punk, l’alienazione totale: è come aprire delle provette in cui sono stati sintetizzati i drammi individuali e collettivi. Micro-vasi di Pandora farmaceutici e su misura. Lo strazio di non capire se sia la storia di un individuo o la storia di tutti, quando le ossessioni mescolano i confini tra privato e pubblico, individuo e società, dentro e fuori. Un marasma di dolore molto ben articolato e lucido.
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