La regina scalza

Come lo scorso anno ho fatto il buon proposito di leggere un tot di libri nell’arco di 12 mesi. E sono partita subito male.
Per la prima volta nella vita credo di aver capito quelle persone che “no, non mi piace leggere, mi fa fatica, mi fa dormire, mi fa noia, preferisco un film o una serie tv”. Mi sono trascinata la lettura de “La regina scalza” di Falcones per quasi un mese senza riuscire a capire perché mi ostinassi a leggerlo invece di abbandonarlo. Dopo aver incontrato l’autore ero molto curiosa e non vedevo l’ora di immergermi in questo romanzo: probabilmente le mie aspettative erano troppo alte, quindi man mano che arrancavo nelle pagine la mia delusione cresceva sempre di più. Anche perché Falcones è davvero una persona deliziosa, e pur non avendo mai letto un suo libro avevo sentito recensioni piene di entusiasmo dei suoi lavori precedenti da persone dei cui gusti letterari mi fido.
Invece niente. Settecento e passa pagine di noia. Descrizioni topografiche minuziosissime e ripetitive che appiattiscono la trama invece di far saltare fuori dalla pagina un ambiente o un’atmosfera. Personaggi zavorrati di stereotipi e didascalici fino alla nausea che restano uguali a se stessi perché purtroppo non è la loro storia di persone ad essere raccontata bensì la Storia con la Esse Maiuscola, e quindi restano pedine bidimensionali, segnaposti che si muovono su una mappa per spiegare un disegno più grande. Queste donne che per tutto il libro non fanno che piangere e cantare quando la scrittura non rende assolutamente merito né al pianto né al canto, senza un minimo di emozione o di sentimento. Personaggi che alla fine del libro sono uguali identici a come li troviamo all’inizio se non per il fatto che nel mezzo sono stati in un sacco di posti descritti tutti con minuzia certosina.
Boh.
Mi è sembrato più un manuale di storia “for dummies” che un romanzo. E la parte più interessante sono proprio le note dell’autore in coda al libro: una dozzina di pagine di appunti storici sulla condizione dei gitani e sulla nascita del flamenco che avrebbero potuto sostituire con più onestà tutto il romanzo in sé.
Due stelline, una per non sentirmi troppo stupida nell’averlo finito e l’altra sulla fiducia perché sicuramente deve esserci qualcosa che a me sfugge.
_______________________________________________________________________
Nonostante questi appunti vuoi rischiare e leggere il libro? Cliccando sui link qui sotto potrai acquistare una copia del libro nel tuo formato preferito, senza alcun sovrapprezzo e Amazon mi riconoscerà una piccola percentuale. Grazie.
Rispondi